L'Eas, l'ente acquedotti siciliani in liquidazione, sta notificando bollette salate agli utenti di Gela, nel tentativo di recuperare somme non pagate per le eccedenze nei consumi registrati dal 2004 al 2006. A una famiglia di quattro persone, è pervenuta una bolletta da 23 mila euro.
L'utente, saputo che l'eccedenza veniva tariffata a 1,5 euro a metro cubo, ha fatto un rapido calcolo ed ha scoperto che l'Eas gli stava fatturando un consumo extra di 14 mila litri al giorno. Lo ha fatto notare allo sportello dell'ente, ma l'impiegato è stato irremovibile: la bolletta va pagata e per intero.
A Gela, l'acqua è dichiarata non potabile per l'alto contenuto di ferro e l'alta temperatura con cui esce dal dissalatore che la produce. Per la magistratura deve essere pagata al 50%. Ma l'Eas chiede il prezzo pieno. Ora, avvalendosi del patrocinio della Confcommercio e dell'associazione "Cittadini per la giustizia", l'utente ha deciso di rivolgersi al giudice di pace.