
I Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela, a conclusione di delicata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Gela, in esecuzione di provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip presso il locale Tribunale, hanno tratto in arresto
Orazio Crocifisso Di Giacomo (nella foto a sinistra), impiegato gelese classe ‘55, responsabile dei reati di usura, estorsione, minaccia aggravata, danneggiamento aggravato e porto illegale di arma da sparo.
Contestualmente, è stato tratto in arresto e posto in regime di arresti domiciliari il figlio
Paolo Quinto,
(nella foto a destra), classe ’86, responsabile di estorsione in concorso con il padre e del reato di lesioni personali.
La vicenda ha inizio tra il 2007 e il 2008 quando un imprenditore edile gelese oppresso dai debiti si rivolge al Di Giacomo Orazio per un prestito di 20.000 euro. Oltre alla restituzione della somma, i patti prevedevano la corresponsione di interessi usurari pari a 2.000 euro per il primo mese, 3.000 per il secondo mese e così via.
Se i primi due mesi la vittima riesce a restituire la quota interessi, presto l’aggravarsi della crisi finanziaria causa la chiusura dell’attività per la quale era stato richiesto il prestito.
Seguono le richieste del Di Giacomo Orazio, dapprima orali, poi sempre più pressanti e di recente sfociate in vere e proprie minacce e atti intimidatori, quali il danneggiamento della casa della vittima e la collocazione di un bidone colmo di benzina dinanzi al portone dell’abitazione.
La vittima, costretta a consegnare, oltre alle somme di denaro con relativi tassi usurari, anche materiali e forniture edili, intuisce che l’unico modo per liberarsi dalla morsa delle intimidazioni ottenendo giustizia è di rivolgersi con fiducia ai Carabinieri e alla locale Procura, fornendo importanti
input per il prosieguo dell’attività di indagine: scelta rivelatasi vincente..
(fonte: Comando Reparto territoriale Carabinieri di Gela)