All’alba di stamattina, i finanzieri di Gela, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Gela, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito di indagini sviluppate dalla locale compagnia della guardia di finanza.
Il provvedimento restrittivo vede come destinatari: N. S. di anni 39 di Gela; M. G. P. di anni 63 e I. G. di anni 68 entrambi di Marsala; M. S. di anni 41 di Canicattì ; Z. A. di anni 46 e P. G. di anni 66 entrambi di Mazzarrone (Ct); G. D. di anni 65 di Palma di Montechiaro. Inoltre, è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo di un cospicuo patrimonio, facente capo agli arrestati ed alle società coinvolte, tra cui società di Marsala e Mazzarrone.
La Guardia di Finanza di Gela, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, è riuscita a ricostruire l’intero scenario dell’attività criminosa, condotta da una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa aggravata ai danni della Unione Europea, falso documentale e frode fiscale.
In particolare, le fiamme gialle gelesi hanno scoperto una vera e propria azienda agricola “cartiera” facente capo al gelese N.S., noto in città come “sensale di uva”, il quale, fra il 2006 ed il 2008, ha realizzato e messo in circolazione circa 1.600 d.a.v (documenti di accompagnamento vitivinicolo) necessari per il trasporto di uve da mosto, al fine di attestare falsamente la cessione di ingenti quantitativi di uva alle aziende vitivinicole compiacenti, e ciò mediante l’apposizione, sugli stessi documenti, di timbri comunali falsi nonchè di dati anagrafici di ignari agricoltori del comprensorio gelese dei quali venivano falsificate le firme. Questi ultimi produttori si sono visti “caricare” centinaia di quintali di uva da mosto mai prodotta o perché non più in possesso dei terreni negli anni di riferimento e/o per avere estirpato le vigne diversi anni prima.
In alcuni casi gli inquirenti hanno addirittura rilevato sui d.a.v. dati e firme di produttori già deceduti.
Gli investigatori hanno inoltre constatato che, a fronte dei quantitativi di uva fittiziamente incamerata con i d.a.v. falsi emessi dal “sensale di uva”, le aziende di Marsala e la cantina di Mazzarrone avevano percepito indebiti contributi comunitari per un totale di €. 1.170.000,00, erogati dall'Agea (Agenzia per erogazioni in agricoltura) per l'arricchimento del vino, nonchè utilizzato contabilmente false fatture per un totale di €. 7.250.000,00. Il tutto in un costesto criminoso organizzato.
L’indicazione di detti costi fittizi nelle dichiarazioni annuali dei redditi presentate dalle aziende coinvolte, ha permesso alle stesse di evadere l'Iva per €. 550.000,00 circa e le imposte sui redditi per un totale imponibile di €. 2.000.000,00 circa.
Le indagini hanno consentito la contestazione non solo dei reati suindicati alle persone fisiche, ma anche degli illeciti amministrativi ai sensi della l. 231/2001.
Da evidenziare che sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni mobili e immobili di proprietà degli indagati per un totale di €. 3.700.000,00 circa, pari alle imposte evase ed ai contributi pubblici illecitamente percepiti.
(fonte: Comando provinciale Guardia di Finanza di Caltanissetta)