Nella giornata di ieri 15 marzo 2011, personale della locale Squadra Mobile, Sezione criminalità organizzata (gruppo Polizia dei giochi e delle Scommesse), con l’ausilio di personale dell’ufficio Prevenzione generale e soccorso pubblico, del Nucleo Anticrimine di Palermo e di Funzionari ed Ispettori della Siae (Società italiana autori ed editori), ha eseguito circa 50 perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta presso varie sale giochi, circoli privati e bar operanti in Caltanissetta e San Cataldo, al fine di sequestrare apparecchi videogioco e videopoker immessi sul mercato locale dalle società riferibili alla famiglia Allegro di Caltanissetta che, all’ispezione sommaria dei tecnici Siae, apparivano sospette di manomissioni e di rinvenire le componenti informatiche ed i telecomandi che consentivano l’alterazione dei software delle slot machines installate nei singoli esercizi ed il loro distacco dalla rete informatica.
Nell’operazione sono stati impiegati quasi 120 uomini. Le perquisizioni hanno avuto esito positivo per quasi tutti gli obiettivi, atteso che complessivamente sono stati sequestrati quasi cento apparecchi
slot machine, nonché un ingente quantitativo di denaro e circa 40 assegni ed altro materiale ritenuto utile per il prosieguo delle investigazioni.
Nell’ambito di tale operazione è stato accertato (anche a mezzo tecnico) il comportamento di due degli indagati,
Matteo Allegro (nella foto a sinistra), classe 30 anni, e
Marco Angotti (nella foto a destra), classe 29 anni, teso in modo inequivocabile ad inquinare e disperdere le prove di reato. Per questo motivo gli stessi sono stati, sempre nella giornata di ieri 15 marzo, arrestati in flagranza di reato per frode informatica.
L’attività di indagine ha già permesso di accertare forti elementi indiziari dai quali emerge che a Caltanissetta e nel comprensorio operava una vera e propria associazione appositamente creata, che ha acquisito nel corso del tempo una gestione pressoché monopolistica di diverse sale da gioco con al loro interno vere e proprie sale scommesse e numerose
slot machines opportunamente manomesse attraverso l’alterazione dei software. Tale sistema permetteva di effettuare giocate per importi notevolmente superiori al consentito, con distacco delle macchine dalla rete informatica collegata all’Amministrazione Centrale dei Monopoli di Stato o con software appositamente modificati che trasformavano i normali videogiochi di intrattenimento in vere e proprie
slot machine che prevedevano in astratto la possibilità di vincita.
Tali fatti, secondo la disciplina normativa vigente integrano senza alcun dubbio i reati di frode informatica.
Si evidenzia che il fine ultimo della predetta associazione non era solo quella di frodare pesantemente l’erario (il cui danno è in corso di quantificazione), ma anche il giocatore, che ignaro del trucco, poteva ottenere solamente, nel migliore dei casi, una vincita pari ad una piccolissima percentuale rispetto all’ammontare giocato, a differenza del 75% che secondo la normativa vigente la macchina dovrebbe erogare come vincita per l’utente.
Le indagini hanno permesso di accertare come un numero consistente di cittadini fosse ormai schiavo di questo tipo di scommesse, rimpinguando le casse della famiglia Allegro e impoverendo le proprie, con evidenti e connessi disagi economici e sociali. Gli arrestati hanno nominato quale difensore di loro fiducia l’avv. Salvatore Daniele, del foro nisseno e, dopo le formalità di rito, sono stati ristretti presso la casa circondariale di Caltanissetta, a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente.
(Fonte: Squadra Mobile – Questura di Caltanissetta)