Nella serata di ieri, martedì 1 marzo, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela e della Stazione di Mazzarino, eseguendo un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Tribunale di Caltanissetta, hanno tratto in arresto Santagati Giuseppa, del ’72 di Pietraperzia ma residente a Mazzarino, ritenuta responsabile del reato di estorsione aggravata – continuata, tentata e consumata.
Determinante la pronta e preziosa attivazione della vittima, la cui collaborazione con la Procura di Gela prima e di Caltanissetta poi e con i Carabinieri, ha consentito porre fine ad una escalation di minacce e richieste estorsive subite già dall’ottobre scorso.
Era lo scorso 15 febbraio quando i Carabinieri traevano in arresto la donna in flagranza di reato per tentata estorsione. In tale occasione, infatti, la Santagati raggiungeva una rivendita di bibite e generi alimentari di Mazzarino sostenendo di voler colloquiare con il titolare. Presentatasi all’80enne gestore dell’attività, la donna, palesando la parentela con un esponente di spicco di una consorteria mafiosa locale, esternava la richiesta estorsiva. All’iniziale rifiuto del dell’anziano commerciante, la donna rispondeva aprendo un bidone da due litri colmo di liquido infiammabile e iniziando a riversarne il contenuto sul pavimento del locale, minacciando l’uomo di dar fuoco allo stabile qualora non avesse adempiuto alla richiesta estorsiva. L’immediato intervento dei Carabinieri permetteva sottrarre il bidone dalla disponibilità della donna ed evitare così il rogo del locale.
Dall’arresto scaturiva l’attività di indagine dei militari condotta con la preziosa collaborazione del commerciante, in grado di ricomporre una escalation di intimidazioni e azioni estorsive perpetrate negli ultimi mesi dalla Santagati. Dissolto il velo di omertà frutto del timore instillato dalla donna nella vittima, gli inquirenti ponevano piena luce sulla vicenda, sottraendo il commerciante alle ripetute vessazioni e paventate ritorsioni.
L’indagine evidenziava infatti che, dal mese di ottobre, la donna, facendosi forte della notorietà di un parente organico ad una cosca mafiosa e attualmente detenuto, costringeva il venditore alla periodica consegna della somma di 600 euro da versare mensilmente entro il 15 di ogni mese per sostenere le spese legali del parente attualmente detenuto.
Terminate le formalità di rito la Santagati veniva associata presso la casa circondariale di Agrigento a disposizione della Autorità Giudiziaria.
(Fonte: Comando Reparto Territoriale Carabinieri di Gela)