Stamattina, alla presenza del Prefetto Umberto Guidato, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta, Ten.Col. Roberto Zuliani, del Dott. Acciaro, in rappresentanza del Questore, del C.te del Corpo Forestale Mario Benanti e del sindaco di Mazzarino Vincenzo D’Asaro, presso la sede del Comando Stazione Carabinieri di Mazzarino è stata celebrata una cerimonia in commemorazione dell’eccidio di otto carabinieri che, con sprezzo del pericolo e non comune senso di fedeltà, hanno combattuto sino all’estremo sacrificio.
Alla cerimonia, per la quale era schierato un picchetto di Carabinieri in alta uniforme, hanno partecipato anche la sig. Xerra Rosaria, vedova del carabiniere Bonfiglio, e gli alunni della locala scuola media “Capuana” e dell’istituto superiore “Carafa” che, sotto le note della banda musicale Santa Cecilia di Mazzarino, hanno assistito con sincera commozione.
I fatti risalirebbero al mese di Giugno 1946 quando, dopo la seconda guerra mondiale, la Sicilia era caratterizzata da fenomeni criminali diffusi noti con il nome di Banditismo.
Storici locali, con particolare riguardo alla figura del sig. Tulumello Giacomo ed il giornalista del giornale “La Sicilia” Giuseppe Gennaro parlarono dell’eccidio riuscendo, nonostante le scarse informazioni esistenti a riguardo, a fornire utili e dettagliati particolari che oggi consentono di ricostruire ciò che accade in questa area geografica siciliana.
In particolare, il Brigadiere Amenduni Vincenzo, il Carabiniere Levio Vittorio, il Carabinieri Greco Emanuele, il carabiniere Loria Pietro ed il carabiniere Boscone Mario, tutti appartenenti alla Caserma “Feudo Nobile” dell’allora Compagnia Carabinieri di Gela, durante un servizio di pattuglia del territorio, in zona Convissuto, furono assaliti da un gruppo di banditi ben armati facenti capo a consorterie criminali operanti nel Niscemese i quali, riusciti a bloccare e sequestrare i militari, operavano un assalto anche alla caserma di Feudo Nobile riuscendo, dopo un cruento conflitto a fuoco, a sopraffare i Carabinieri Spampinato Mario, Bonfiglio Fiorentino e La Brocca Mario che, dopo aver assistito al saccheggio ed alla distruzione della propria caserma, sono stati sequestrati unitamente ai propri commilitoni sopra elencati ed utilizzati in principio come scambio in occasione di trattative operate dai banditi con lo Stato
Tale fine si rivelò subito vano in quanto, a seguito delle operazioni di ricerca poste in essere dalle forze di polizia presenti sul territorio, apparve evidente che quello degli ostaggi era divenuto un affare scomodo poiché sebbene da un lato gli stessi non sarebbero comunque stati oggetto di scambio con briganti già catturati, dall’altro non potevano più essere liberati poiché ormai conoscitori dei propri carcerieri e dei loro rifugi: sarebbero stati, quindi, reale minaccia per gli stessi banditi.
Nacque quindi la necessità di procedere all’eliminazione dei militari i quali, denudati, in una cava di “assaggio” in contrada Rigiulfo, furono massacrati con colpi di fucile e moschetto in modo che ciascuno potesse osservare l’agonia dell’altro.
In tale frangente, scrisse lo storico Nicolosi, il brigadiere Amenduni si strinse al petto una fotografia dei figli e con quella tra le dita, fu ritrovato.
Il rinvenimento dei corpi fu operato nei mesi successivi dopo la cattura in Catania del bandito Milazzo il quale, a seguito di interrogatorio confessò di aver partecipato all’eccidio e consentì il ritrovamento dei corpi.
Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, in memoria del sacrificio dei militari caduti, tributò nei loro confronti un Encomio Solenne. Successivamente, nel 1996, ad opera dell’associazione nazionale Carabinieri di Bolognetta, città nativa di uno dei martiri, fu posta presso l’attuale comando Stazione CC di Mazzarino una lapide commemorativa nel corso di solenne cerimonia cui parteciparono varie autorità civili, militari e religiose.
Nel corso della cerimonia odierna le massime autorità intervenute hanno deposto una corona di alloro in ricordo dell’eccidio e di tutti i caduti. Un momento di profondo raccoglimento e di commozione si è avuto allorquando il saluto è stato scandito dall’esecuzione del Silenzio Militare.
Le celebrazioni sono continuate presso la Chiesa di Santa Maria del Gesù dove, in suffragio delle vittime, padre Pino D’Aleo ha celebrato la S. Messa alla presenza della cittadinanza e delle autorità intervenute.
A conclusione della messa, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Ten. Col. Zuliani, dopo aver affettuosamente salutato la vedova Bonfiglio, ha ricordato la figura eroica dei martiri, evidenziando che l’attuale stato di libertà e benessere in cui versa l’attuale società è frutto del sacrificio di uomini che per gli ideali di fedeltà, lealtà, giustizia e libertà si sono sacrificati fino all’estremo sacrificio.
(Fonte: Comando Reparto Territoriale Carabinieri di Gela)