A conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta, agenti della Sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Caltanissetta, con l’ausilio della Squadra Mobile di Milano, hanno eseguito nr. 4 Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere, emesse dal G.i.p. del Tribunale di Caltanissetta dr.ssa Alessandra Giunta, su richiesta della Procura della Repubblica - D.D.A. di Caltanissetta a carico di:
(nella foto, da sinistra in alto e in senso orario)
1. EMMANUELLO Alessandro, nato a Gela il 20.08.1967, in atto detenuto, in regime di 41/bis, presso il carcere di Viterbo;
2. GRECO Gaspare, nato a Gela il 16.04.1967, residente a San Giuliano Milanese (MI);
3. GRECO Emanuele, nato a Gela il 20.10.1973, residente a San Giuliano Milanese (MI);
4. RIZZO Massimo Emiliano, nato a Niscemi il 03.01.1975 residente a Zelo Buon Persico (LO), di fatto dimorante a Niscemi,
indagati, tutti, in concorso tra loro e con altri soggetti, della commissione del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione e di porto abusivo di armi, con l’aggravante di aver commesso il fatto valendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso cosa nostra gruppo Emmanuello della quale erano partecipi.
I fatti oggi contestati sono avvenuti in Germania a Colonia nel periodo di marzo/aprile 1998.
Si specifica che per quanto riguarda la posizione di Emmanuello Alessandro, fratello di Emmanuello Daniele, allora capo di Cosa Nostra gelese, lo stesso è allo stato in carcere in atto sottoposto al regime detentivo del 41 bis. A lui è stata notificata la sola informazione di garanzia, in quanto come si rileva dall’odierna O.C.C.C., sebbene la misura cautelare sia stata legittimamente emessa, non troverà esecuzione fino a quando non verrà concessa da parte dell’A.G. estradante, nella specie quella tedesca, l’estensione dell’estradizione anche per tale fatto (estensione già richiesta).
Le odierne indagini esperite dalla locale Squadra Mobile hanno permesso di esaminare le dinamiche mafiose che si celavano dietro all’efferato sequestro di persona di un facoltoso imprenditore niscemese che operava in Germania consumato, appunto, in territorio tedesco a Colonia, nel marzo/aprile 1998, le cui fasi preparatorie avevano luogo, comunque, in Italia. In specie, è stato possibile ricostruire compiutamente tempi, modalità di deliberazione e di esecuzione grazie anche alla collaborazione con la giustizia di tre personaggi di spicco di “cosa nostra”, i gelesi LICATA Nunzio e FERRACANE Fortunato, nonché il niscemese PITROLO Antonino.
Grazie alle dichiarazioni di questi collaboratori è stato possibile pervenire alla identificazione dei responsabili, che con violenza chiedevano all’imprenditore niscemese 250.000 marchi tedeschi per la sua liberazione, somma ingente che la vittima disse di non possedere, stimolando la reazione violenta di uno dei responsabili del grave fatto, che stava per strangolare la vittima con la corda. Alla fine l’organizzatore, l’Emmanuello, si accontentò della minor somma di 100.000 marchi che la vittima rese disponibile chiamando il suo socio, ed ottenendo così la liberazione.
A seguito delle dichiarazioni dei collaboranti, la stessa vittima - in sede di sommarie informazioni - confermava i fatti subiti.
(Fonte: Squadra Mobile Questura di Caltanissetta)