I Carabinieri del Comando Stazione di Barrafranca al Comando del Luogotenente Giordano Epifanio nei giorni scorsi hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere.
E’ stato arrestato e successivamente condotto presso la Casa Circondariale di Enna, a disposizione dell’A.G.
Gianni Tambè,
(nella foto a sinistra) di anni 44, pluripregiudicato, già arrestato nell’ambito di un’operazione antidroga coordinata dalla Dda di Caltanissetta nell’anno 2008 con l’accusa di far parte di un’ associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il Tambè era stato successivamente scarcerato e sottoposto dapprima agli arresti domiciliari e poi alla misura dell’obbligo di firma presso il Comando Stazione di Barrafranca. La Corte di Cassazione, pronunciatasi a seguito di ricorsi nel procedimento penale in questione, tenuto conto dei precedenti ed i gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso delle indagini a carico del Tambè né ha disposto nuovamente la custodia cautelare in carcere, prontamente eseguita dai Carabinieri di Barrafranca.
E’ stato nuovamente arrestato e condotto in Carcere anche
Michele Ferreri,
(nella foto a destra) di anni 49, coniugato, pregiudicato. Lo stesso è stato definitivamente riconosciuto colpevole del reato di tentato omicidio aggravato, in concorso con il figlio Filippo, in pregiudizio di Sebastiano Granata, fatto avvenuto in Barrafranca il 21.11.2008, tratto in arresto in quell’occasione in flagranza di reato.
Le indagini condotte dal Comando Stazione di Barrafranca portarono a stabilire che all’epoca padre e figli, agendo in concorso tra di loro, mentre si trovavano all’interno di un oleificio di Barrafranca, aggredirono ed accoltellarono per futili motivi e rancori personali il conoscente Sebastiano Granata il quale si salvò miracolosamente giungendo presso il pronto soccorso dell’ Ospedale di Mazzarino con la lama del coltello rimasta incastrata ancora tra le costole. Il Ferreri Michele, condannato alla pena di anni tre e mesi uno di reclusione deve scontare la rimanente pena di anni 2 e mesi dieci di reclusione.
(Fonte: Comando Compagnia Carabinieri di Piazza Armerina)