Nel corso della conferenza stampa tenuta stamattina in Questura, a Caltanissetta, sono stati resi noti i nomi dei cinque pluripregiudicati colpiti da altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Dda di Catania, personale della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Caltanissetta e di Enna, con l’ausilio di quello del commissariato ps di Niscemi, ed emesse dal gip del tribunale di Catania Grazia Anna Caserta, su richiesta del procuratore capo Vincenzo D’agata e del pm Fabio Scavone) Ecco i nomi, le date e i luoghi di nascita dei cinque pluripregiudicati:
La Rocca Gesualdo inteso Aldo, nato a San Michele di Ganzaria, il 9 aprile 1961, in atto detenuto per altra causa;
Siciliano Salvatore, nato a Mazzarino, il 30 agosto1964, in atto detenuto per altra causa;
Ghianda francesco, nato a Mazzarino, l’11 agosto 1960, in atto detenuto per altra causa;
Billizzi Massimo Carmelo, nato a Gela, il 6 aprile 1975, in atto detenuto per altra causa;
Montalto Sebastiano, nato a Niscemi, il 13 maggio 1969,
In atto detenuto per altra causa in regime di arresti domiciliari, già sorvegliato speciale della ps.
Il primo, elemento di spicco della criminalità niscemese, manifestava la volontà di collaborare poche settimane dopo Pitrolo e, riferendo su fatti riguardanti la locale criminalità organizzata, forniva decisive propalazioni in merito ad alcuni gravissimi delitti da lui commessi.
Il secondo, elemento di spicco della criminalità gelese, in specie del clan Emmanuello, forniva altrettante utili dichiarazioni su fatti criminali avvenuti non solo nel territorio “di competenza” ma anche a Niscemi, rimarcando così la sinergia tra le due consorterie criminali di quest’ultimo centro e di Gela. ferracane fortunato, già condannato per l’omicidio del boss reggente di “cosa nostra” di Gela, Morreale Maurizio, e tratto in arresto più volte dalla Squadra mobile di Caltanissetta nel corso delle operazioni di polizia denominate “
Civetta”, “
Munda mundis” e “
Obtorto collo”, si attribuiva la responsabilità di altri importanti delitti, tra cui quello del predetto Mililli,
fornivano un ultetrore contributo alla ricostruzione del delitto anche i collaboratori di giustizia Trubia Rosario, Smorta Crocifisso, nonchè i fratelli Mascali, Angelo e Sebastiano, che parlavano dell’omicidio del boss di Aidone.
Quattro degli arrestati, La Rocca (difeso dall’avv. Marilena facente del foro di Parma), billizzi e ghianda (difesi dall’avv. danilo tipo), e siciliano salvatore (difeso dall’avv. Antonio Impellizzeri) si trovavano già in carcere poiche’ colpiti a vario titolo da diversi provvedimenti restrittivi per gravi reati commessi nell’ambito della consorteria mafiosa di loro appartenenza, per cui l’odierno provvedimento è stato notificato nelle rispettive case circondariali, mentre invece Montalto Sebastiano (difeso dall’avv. Spadaro del foro di Caltagirone) , che si trovava ai domiciliari (per violazione della sorveglianza speciale della ps a cui era sottoposto), dopo le formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di Catania Bicocca, a disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente.
(Fonte: Squadre mobili Questure Caltanissetta ed Enna)