Nella serata di ieri 20 settembre 2010, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Dda di
Catania – personale della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di
Caltanissetta e del Commissariato di Polizia di
Niscemi, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di
Catania dr.ssa
Giuliana Sammartino, su richiesta della Procura della Repubblica Dda di
Catania (Procuratore della Repubblica dr.
Vincenzo D’agata, sost. proc. dr.
Fabio Scalone) – a carico di:
GIUSEPPE BUZZONE (nella foto a sinistra), nato a
Niscemi il 1° aprile 1946, inteso “
turi cavulata”, pregiudicato, libero, indagato per il reato di omicidio in pregiudizio di
ALFREDO CAMPISI (nella foto a destra) e tentato omicidio ai danni di
Giuliano Chiavetta, nonché di porto e detenzione di arma da fuoco, reati tutti aggravati poichè si è avvalso delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche dell’associazione mafiosa denominata cosa nostra e con la finalità di agevolarla.
In particolare, il
Buzzone dovrà rispondere del delitto realizzato allo scopo di risolvere contrasti interni alla organizzazione di tipo mafioso denominata Cosa Nostra, operante a Niscemi, in concorso con
Antonino Pitrolo, oggi collaboratore di giustizia, mandante ed esecutore dello stesso crimine.
Il
Campisi veniva attinto più volte alle spalle, mediante l’utilizzo di una pistola semi automatica marca Walther - cal. 7,65 - con matricola abrasa, nell’atto in cui si trovava alla guida della propria autovettura «Y10» in compagnia di del Chiavetta (anch’egli attuale collaboratore di giustizia), portando a termine il progetto criminoso dopo un lungo inseguimento, effettuato a bordo dell’autovettura «Fiat Tempra», condotta e di proprietà del
Buzzone, che ha avuto inizio dalle porte di
Niscemi e si è concluso sul ponte che segna il confine con la provincia di
Ragusa e quella di
Caltanissetta. Il fatto avveniva in agro di
Acate (Rg) il 6 novembre 1996.
Le investigazioni dell’epoca misero in risalto come la vittima
Campisi fosse un soggetto emergente dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra niscemese, all’interno della quale si era verificata una spaccatura dovuta soprattutto alle ambizioni di comando della stessa vittima, la quale, per tale scopo, già dal 1994 aveva iniziato a crearsi un gruppo tutto suo di spietati minorenni tra i quali, in particolare, spiccavano il
Chiavetta, che si è accusato fra l’altro dell’efferato delitto del giovane
Pierantonio Sandri – avvenuto due mesi prima di quello del
Campisi – e
Vincenzo Pisano (killer utilizzato a
Gela nella famosa “strage della sala da barba” del 21 luglio 1999, successivamente arrestato e tuttora detenuto per quei fatti).
Le indagini si sono naturalmente avvalse delle dichiarazioni rese dall’autore materiale del delitto
Pitrolo, che rivestono particolare importanza per quanto concerne la piena responsabilità dello stesso e del complice
Buzzone nell’episodio delittuoso consumatosi nel novembre 1996, avendo quest’ultimo partecipato all’omicidio con il ruolo di autista dell’autovettura dalla quale, sporgendosi dal finestrino, il
Pitrolo esplodeva i colpi di arma da fuoco che attingevano mortalmente la vittima. le propalazioni forniscono altresì una descrizione particolareggiata delle fasi esecutive che risultano essere perfettamente rispondenti a quanto rilevato sul posto dall’organo di polizia giudiziaria. Ed infine, a quanto riferito in merito ad altri particolari quali la falsa rapina dell’autovettura denunciata dal
Buzzone al fine di giustificare la presenza di tale veicolo sul luogo del delitto.
Il
Buzzone, dopo le formalità di rito, è stato associato alla casa circondariale di
Catania-Bicocca, a disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente.
(Fonte: Dirigente Squadra Mobile Questura di Caltanissetta, dott. Giovanni Giudice)