Diciotto reperti fittili risalenti a diverse epoche comprese tra il V sec. a.C. e il V sec. d.C. sono stati riportati alla luce dai carabinieri del Reparto Territoriale di Gela e dal nucleo carabinieri subacquei di Messina, a testimonianza dell’esistenza di un ricco sito archeologico sommerso nel Golfo di Gela.
L’importante scoperta si è concretizzata grazie all’attività di collaborazione avviata con la Soprintendenza del mare ed il Nucleo tutela patrimonio culturale carabinieri del capoluogo siciliano.
I reperti sono stati recuperati dai sommozzatori dell’Arma nel corso di un’accurata ispezione al sito effettuata con gli archeologi della Soprintendenza del mare.
Durante le operazioni di monitoraggio e messa in sicurezza dei fondali sono stati individuati frammenti di anfore e vasi di argilla di diverse civiltà, ma anche un elmetto da guerra utilizzato dalle truppe americane sbarcate in Sicilia durante la Seconda guerra mondiale.
L’operazione di recupero dei materiali archeologici sono state condotte con la collaborazione della Soprintendenza del Mare di Palermo, organo periferico dell’Assessorato Regionale Beni Culturali diretto dall’assessore avv. Gaetano Armao e dal Dirigente Generale del Dipartimento arch. Gesualdo Campo.
Il rinvenimento dei reperti testimonia l’importanza dello specchio d’acqua del Golfo di Gela quale importante punto di incontro di diverse civiltà succedutesi nel corso dei secoli.
I reperti saranno consegnati in giornata alla Soprintendenza .
(Fonte: Comando Reparto territoriale Carabinieri di Gela)