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notizia del 06/07/2010 - messa in rete alle ore 14:12:42
Gela, due arresti dei CC per il tentato omicidio ai danni di Davide Trubia

Si sono concluse con due arresti per tentato omicidio le tempestive indagini avviate dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela a seguito della violenta aggressione, consumata nella serata, nel quartiere Poggio Blasco, nei confronti del 22enne Trubia Davide, pastore e muratore occasionale: si tratta dello zio e del cugino della vitttima identificati in Trubia Orazio (nella foto a sinistra), di 69 anni, pastore, e nel figlio Pietro (foto a destra) di 37 anni, anch’egli pastore, pregiudicati per reati contro la persona e per porto abusivo di armi.

I fatti. Intorno alle 18.30 di ieri, nella trazzera che dal quartiere Settefarine conduce alla località Poggio Blasco di Gela, Trubia Davide, in compagnia di un suo amico, che sarà fondamentale per la ricostruzione immediata della vicenda, stava parlando con un occasionale passante che era a bordo della propria autovettura, anch’egli immediatamente identificato dai Carabinieri ed immediatamente sentito per i positivi risvolti delle indagini.

Improvvisamente, proprio in direzione opposta dell’occasionale passante, sopraggiungeva una Fiat Punto, con a bordo tre uomini che miravano dritto ad investire il Trubia Davide, tamponando l’autovettura dell’occasionale passante sul lato guida.

Scesi dall’autovettura, i tre miravano dritto a raggiungere il Trubia che, tuttavia, trovava rifugio addirittura aggrappandosi al tettuccio dell’autovettura del suo conoscente, il quale, terrorizzato, si dava a precipitosa fuga lungo la trazzera di Poggio Blasco.

Ne nasceva un violento inseguimento, in cui i tre, a bordo della loro utilitaria, speronavano a più riprese il conoscente del Trubia Davide, mirando a far cessare la sua corsa e raggiungere il Trubia Davide, vero obiettivo della spedizione punitiva, fino a quando quest’ultimo, rimasto, nella fuga, per quasi un kilometro aggrappato al tettuccio dell’autovettura del suo conoscente, non riusciva a scappare per la campagna circostante.

Qui il Trubia veniva raggiunto dai tre malintenzionati che, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, armati di coltello e bastoni, lo aggredivano bastonandolo e accoltellandolo con violenza e ripetutamente per poi lasciarlo tramortito a terra.

Datosi alla fuga il conoscente che, ancora presso gli uffici di via Venezia, si dichiarava sotto choc per quanto accadutogli. Ma la vitttima non era morta. E’ stata la vittima stessa, infatti, a dare l’allarme, chiamando, quasi privo di sensi, il suo amico con cui si era intrattenuto, poco prima e che, raggiuntolo, chiamava i Carabinieri.

Trasportato presso l’Ospedale Civile di Gela, il Davide veniva riscontrato affetto da colpi al cranio e da ferite da taglio da arma bianca per tutto il corpo, in particolare, su braccia e gambe e veniva immediatamente portato presso la sala operatoria ove veniva operato riportando diverse suturazioni su tutto il corpo.

Le iniziali ricostruzioni da parte dei testimoni si sono rivelate fondamentali per rintracciare i predetti Trubia Orazio e Pietro, che, trovati presso la loro abitazione, dove, tuttavia, nel corso delle immediate perquisizioni, non venivano trovate armi, negavano quanto loro contestato.

Solo nel corso della notte, riuscendo ad ascoltare la vittima, che confermava l’identità, quali autori dell’aggressione, degli arrestati, i carabinieri comprendevano che alla base della vicenda, vi erano vecchi dissidi tra le due famiglie Trubia, tra loro direttamente imparentate, dovute a sospetti su soffiate per controlli subiti dagli enti preposti nell’attività di conduzione di bestiame e per invasione reciproca di pascoli.

Evidentemente un vecchio codice di regolamento di conti tra pastori.
Nelle prime ore del mattino, assediato dalle ricerche dei Carabinieri, si costituiva anche il terzo aggressore, Trubia Salvatore, del 76 nella cui autovettura, dove venivano riscontrati chiari segni dell’avvenuto speronamento, veniva, inoltre, trovato un bastone ancora sporco di sangue, riconducibile all’aggressione consumata la serata precedente, sottoposto a sequestro dai militari.

Per quanto accertato anche il Trubia Salvatore, trascorsa la flafranza di reato ed essendosi spontaneamente presentato, veniva deferito in stato di libertà per il tentato omicidio in concorso nei confronti del cugino Davide.

Gli arrestati sono stati tradotti presso il carcere di Caltagirone. Il Trbia Davide è tuttora ricoverato presso l’ospedale V. Emanuele di Gela.
(Fonte: Comando Reparto Territoriale Carabinieri di Gela)
 
Autore: Redazione Corriere di Gela
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