A distanza di un anno esatto dall’operazione di Polizia denominata “Gheppio” ed conclusione di indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta, personale dipendente della Sezione criminalità organizzata di questa Squadra Mobile e del Commissariato PS di Gela ha eseguito ieri un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta, Dr. Marcello Testaquadra, su richiesta della predetta D.D.A., a carico del gelese
Maurizio Saverio La Rosa (nella foto), 41 anni, il quale si trovava detenuto presso la Casa circondariale di Agrigento.
Il La Rosa è ritenuto responsabile di aver messo in atto, nell’agosto del 2008, un pesante tentativo di estorsione in danno di un imprenditore gelese del settore edile, costringendolo, mediante minacce, e giovandosi della propria appartenenza alla consorteria mafiosa denominata cosa nostra, a consegnarli indebitamente una somma di denaro di rilevante entità, oltre che affidare in subappalto lavori edili alle ditte legate al predetto sodalizio mafioso, non riuscendo, comunque, a realizzare l’evento criminale propostosi per ragioni indipendenti dalla propria volontà.
L’imprenditore ha ammesso di essere stato avvicinato dal predetto La Rosa Maurizio Saverio, collaborando di fatto con l’A.G..
Le risultanze investigative sono state compendiate con le dichiarazioni degli ultimi collaboratori di giustizia, in particolare con quelle rese da Carmelo Barbieri e da Crocifisso Smorta, che hanno delineato la figura criminale del La Rosa, che era stato incaricato, nel 2008 , di raccogliere il pizzo a Gela presso gli operatori economici della città ed era stato, per questo, nominato reggente della famiglia gelese di cosa nostra, atteso il fatto che altri più importanti soggetti mafiosi di cosa nostra di Gela erano stati tratti in arresto.
(Fonte: Squadra Mobile Questura di Caltanissetta)