In Gela, i Carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta hanno tratto in arresto il commerciante gelese, Nicola Fabrizio Interlici, nato Gela 08.05.1968, titolare dei negozi di abbigliamento, siti sul Corso V. Emanuele, denominati “Pelle d’Oca”.
Il commerciante è stato tratto in arresto unitamente a Di Noto Giuseppe classe 85, manovale di origine gelese, a conclusione di un’indagine denominata “Fuego”, avviata lo scorso agosto e conclusa in data odierna.
Entrambi sono accusati di aver concorso nell’incendio del magazzino, gestito dall’Interlici stesso, verificatosi il 22.08.2009, in Vico Imperia, ove era depositato gran parte del vestiario dei suoi negozi, in qualità di mandante (l’Interlici) e di intermediario (il Di Noto) nel reclutare due giovani tuttora in fase di dentificazione.
L’Interlici, inoltre, é accusato di essere il mandante anche dell’incendio della sua autovettura Smart, avvenuto lo scorso 01 marzo 2010, in via Apollo, le cui devastanti fiamme si estesero ad altre due autovetture, ivi parcheggiate ed ai prospetti delle abitazioni, ivi insistenti, causando danneggiamenti a condotte in gas ed elettriche ivi collocate, reato realizzato avvalendosi di un minore, la cui posizione è tuttora al vaglio della Procura dei Minori di Caltanissetta.
Infine, l’Interlici risulta indagato per reato di calunnia in quanto, dopo aver promosso ed organizzato i summenzionati incendi, nel presentare denuncia ai carabinieri effettuava dichiarazioni tendenziose a carico di Greco Calogero, in modo da accusarlo, pur sapendolo innocente, di essere l’autore diretto o indiretto dei due menzionati incendi.
I provvedimenti sono stati eseguiti a seguito dell’emissione di ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip presso il Tribunale di Gela, dott. Lirio Conti, su richiesta della locale Procura, guidata dal Procuratore Lucia Lotti, che hanno concordato sugli elementi indizianti emersi a carico degli indagati e sulle conseguenti necessità cautelari.
Le articolate indagini dei Carabinieri, dunque, hanno dimostrato che entrambi i danneggiamenti che hanno riguardato l’Interlici, lo vedono quale mandante.
Il movente di entrambi gli episodi é da individuarsi nel maldestro tentativo dell’Interlici di consolidare la sua posizione di vittima, sfruttando e strumentalizzando un’iniziale situazione che lo aveva visto reale vittima di danneggiamenti, anche a mezzo incendio (si ricorderà l’incendio della sua autovettura Mini Cooper, avvenuto il 25.07.2009 ed il danneggiamento delle vetrine di suoi due negozi, fatti per i quali è stata accertata la responsabilità di Greco Calogero, inteso “Carletto”, fatti già definiti con una sentenza di patteggiamento a carico di quest’ultimo), cui, come responsabile, ha fatto seguire volutamente altri due episodi di incendi in suo danno, come detto, l’incendio del locale, in locazione, adibito a magazzino sito in Vico Imperia e l’incendio della Smart di sua proprietà.
Incendi, come detto, realizzati in un caso con Di Noto Giuseppe Emanuele, classe 1985, ex fidanzato della sorella del commerciante e nel secondo caso con un minorenne da lui stesso determinato nella commissione del reato.
Tutto questo, dunque, al fine di consolidare la sua posizione di vittima e con il fine preordinato di riscuotere l’indennizzo assicurativo, previsto dalla polizza con cui aveva coperto i danni del suo magazzino, poi per sua responsabilità, puntualmente verificatisi, nonché al fine di ottenere i contributi statali previsti per le vittime di estorsione, denaro a lui occorrente per risanare la propria precaria condizione economica in cui risulta versare, in ragione dell’attività commerciale esercitata e per mantenere un elevato tenore di vita a cui non sembra voler rinunciare.
In breve, secondo quanto evinto, l’Interlici ha cercato di perseguire in modo sistematico il sovvertimento della realtà, proponendosi pubblicamente come vittima innocente di una criminalità, contro la quale lo Stato non ha mai operato, secondo suo parere, in modo forte e deciso.
(Fonte: Comando Compagnia Carabinieri di Gela)