Alle undici, in conferenza stampa, la Questura di Caltanissetta ha reso noti i particolari dell’Operazione “Extrema ratio” e i nomi dei cinque pregiudicati, tutti già in carcere, contro cui sono state emesse altrettante ordinanze di custodia cautelare con la grave accusa di aver progettato un attentato ai danni dell’ex sindaco di Gela Crocetta, oggi europarlamentare. Le persone colpite dal nuovo provvedimento sono (nella foto, da sinistra verso destra):
Massimo Billizzi, nato a Gela il 6.4.1975;
Nicola Cascina, nato a Gela il 23 .5.1954;
Paolo Portelli, nato a Gela il 7.10.1968;
Francesco Vella, nato a Gela il 3.1.1975 e
Domenico Vullo, nato a Gela il 17.4.1976.
Le indagini hanno dimostrato la piena operatività, nonostante la carcerazione dei suoi maggiori esponenti, del sodalizio mafioso di Gela degli Emmnauello, che maturava propositi di vendetta nei confronti di un magistrato del Tribunale di Caltanissetta, il dr. Giovanbattista Tona, e che aveva decretato anche l’uccisione, da realizzare non appena avesse terminato il suo mandato di sindaco di Gela, dell’attuale eurodeputato Rosario Crocetta.
In particolare il magistrato doveva essere colpito perché si era dimostrato inflessibile nei suoi doveri istituzionali e molto severo nel comminare le pene agli affiliati al sodalizio mafioso di Gela in molti processi che lo stesso ha presieduto nel corso degli ultimi anni. Il rancore nei confronti del magistrato era acuito anche dal fatto che lo stesso, in qualità di Gup in sede di giudizio abbreviato, sta seguendo una tranche importante di un processo a carico di tutto il “gruppo di fuoco” del clan Emmanuello, che ha, alla fine degli anni ‘80 e durante parte dei ‘90, scatenato la guerra di mafia con la stidda di Gela, processo denominato in codice “Genesis” (scaturito da indagini coordinate dalla Dda nissena ed effettuate dalla Squadra Mobile di Caltanissetta).
Inoltre, nell’ambito d’adesione al predetto sodalizio mafioso degli Emmanuello, Vella, Vullo, Portelli, Billizzi, Terlati, unitamente a Alessandro, Nunzio, Emmanuello, Smorta Crocifisso, e Daniele Emmanuello (deceduto) progettavano e decidevano, quanto meno dall’anno 2006, un attentato ai danni di Rosario Crocetta, già sindaco di Gela, in ragione di tale funzione, e delle iniziative assunte dal politico gelese per ostacolare l’associazione a delinquere di stampo mafioso presente in città, mediante scritti, interviste, interventi politici ed altro.
Le investigazioni, che si sono avvalse del contributo di alcuni collaboratori di giustizia debitamente riscontrate, nonché di attività tecniche e classiche di polizia giudiziaria, venivano ulteriormente corroborate dalle dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Smorta Crocifisso, già reggente del clan Emmanuello, che ha confermato la frenetica attività del clan anche all’interno delle mura carcerarie e ribadito l’attualità dei progetti omicidiari in danno dell’ex sindaco Crocetta nonché della volontà di colpire il dr. Tona, allo scopo di fermarne l’operato.
Ancora, a dimostrazione ulteriore della piena operatività della cosca Emmanuello, con l’odierna indagine è stato contestato il reato di lesioni gravissime, aggravato dall’avere agito per agevolare il sodalizio mafioso di cosa nostra di Gela, ad Argenti Emanuele di Guido , Bassora Emanuele, Vullo Domenico, Portelli Paolo, ai danni di altro detenuto del carcere di Caltanissetta, Cassarino Giuseppe (arrestato nel luglio 2009 nell’ambito dell’operazione “Cerberus”, coordinata sempre dalla Dda nissena e condotta Squadra Mobile e Commissariato Ps di Gela).
Il Cassarino, che aveva dal carcere chiesto di essere interrogato dal magistrato titolare dell’indagine Cerberus per chiarire la sua posizione, è stato aggredito all’interno dell’istituto penitenziario di Caltanissetta dai soggetti sopra citati, che lo hanno picchiato selvaggiamente, procurandogli lesioni gravissime (la rottura della mascella) e minacciato platealmente (anche dinanzi ad altri detenuti presenti durante l’ora d’aria) con lo scopo di fargli riferire quanto aveva dichiarato al Pm e di non farlo più collaborare con la stessa Procura.
(Fonte: Squadra Mobile Questura di Caltanissetta)