A conclusione di complesse ed articolate investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica - D.D.A. di Catania e condotte dalla Polizia di Stato (Squadra Mobile di Caltanissetta Sezione Criminalità Organizzata e Commissariato di P.S. di Niscemi), nella decorsa notte, personale di detti Uffici ha eseguito tre fermi di indiziato del delitto, emessi dai pubblici ministeri della Dda di Catania dr. Fabio Scalone e dr. Francesco Testa, a carico dei sotto elencati pericolosissimi soggetti affiliati alla cosca di cosa nostra di Niscemi e Vittoria.
1.
Rosario Lombardo (nella foto, primo da sinistra), inteso “
saru cavaddu”, nato a Niscemi il 14.02.1961, pluripregiudicato anche per associazione mafiosa ed armi, già sottoposto al regime della detenzione domiciliare;
2.
Giuseppe Lodato (nella foto, secondo da sinistra), inteso “
Peppi vureddu”, nato a Niscemi il 1° 1.1955, pregiudicato;
3.
Alessandro Ficicchia (nella foto, terzo da sinistra), nato a Niscemi il 9. 3.1967, pregiudicato;
Contemporaneamente il nucleo operativo dei Carabinieri di Ragusa, che svolgeva parallele indagini tecniche sempre delegate dalla Dda di Catania, ha eseguito medesimo provvedimento di fermo, sempre per associazione mafiosa di
Alessandro Aparo (nella foto, quarto da sinistra), nato a Vittoria il 2. 9.1982, pregiudicato.
Grazie a mirati servizi investigativi e ad operazioni tecniche di intercettazioni ambientali autorizzate dalla predetta Dda, negli ultimi giorni, venivano registrate alcune conversazioni intercorse tra tre dei soggetti sopra indicati (Lombardo, Lodato e Ficicchia), nel corso delle quali gli stessi pianificavano un chiaro progetto intimidatorio-omicidiario in pregiudizio di due minori e altro soggetto maggiorenne, figli e parenti di due aspiranti neo collaboratori di giustizia di Niscemi.
I tre criminali avevano individuato anche una delle campagne in cui risiedeva uno dei minori del collaboratore, mentre invece avevano intenzione di contattare altro soggetto maggiorenne, parente dell’altro aspirante collaboratore, con l’intenzione di minacciarlo e fare recedere conseguentemente il collaboratore dai suoi propositi. Se non lo avesse fatto i tre avrebbero colpito (sparato) tale ultimo soggetto parente del secondo collaboratore.
Va rappresentato che quanto registrato e raccolto con le indagini rappresenta solo il culmine di una azione intimidatoria precedente, ben congegnata da parte dei soggetti mafiosi arrestati, che avevano già proceduto ad incendiare le autovetture di uno dei due aspiranti collaboratori (in data 11 luglio 2009) e avevano provato a contattare e a minacciare lo stesso pentito con telefonate fatte alla sua convivente e visite fatte presso la casa della madre del collaboratore. Era stata quest’ultima donna a segnalare tali gravi episodi alla Polizia.
Quanto registrato non lasciava dubbi circa l’assurdo e violento piano di azione criminale dei soggetti arrestati, che volendo in tutti i modi far recedere i neo pentiti dai loro propositi di collaborazione, non hanno esitato ad organizzare un piano di azione che colpisse minorenni e parenti stretti degli stessi.
Va sottolineato che la notevole forza criminale della organizzazione mafiosa di Niscemi trova storicamente le sue basi proprio sul fatto che non vi sono stati, negli ultimi anni, significative collaborazioni da parte di soggetti affiliati ai clan della stidda e di cosa nostra, per cui l’azione omicidiaria interrotta con l’odierna indagine, se realizzata, sarebbe servita a dare un severo monito a quanti vogliono mettersi contro le organizzazioni mafiose ed i loro interessi.
In alcune delle conversazioni, sostanzialmente, parlando di uno dei due neo collaboratori, il Ficicchia riferisce di essere a conoscenza che circa una settimana addietro questi è stato scarcerato, aggiungendo di sconoscere però la sua attuale dimora. In effetti recentemente il neo collaboratore era stato sottoposto agli arresti domiciliari in località segreta.
A seguire il Lombardo, con l’autorità che compete ad un “capo” impartisce il seguente ordine, diretto agli unici interlocutori presenti, Ficicchia e LODATO: «
o tu sbarazza tu o iddu!» Cioè uno dei due interlocutori doveva provvedere all’eliminazione (“
sbarazza”) di uno dei figli di uno dei due neo collaboratori.
Dal contenuto di tali conversazioni si evidenziava chiaramente come uno dei due collaboratori ed il Ficicchia Alessandro, unitamente ad altri soggetti di Vittoria, ed altri comuni viciniori, appartenessero ad un’associazione mafiosa riconducibile a “cosa nostra”, capeggiata da Rosario Lombardo a sua volta coadiuvato da Giuseppe Lodato.
Si sottolinea che il collaboratore in questione, nel corso della sue dichiarazioni con la giustizia confermava in toto l’esistenza dell’organizzazione mafiosa cui egli apparteneva, e di cui facevano parte Lombardo, Ficicchia, Lodato, Aparo ed altri soggetti.
Va inoltre sottolineato come lo stesso collaboratore abbia riferito della disponibilità di armi in possesso al gruppo mafioso in argomento oltre alla efferata determinazione posta in essere nel corso di rapine a mano armata con l’esplosione di almeno un colpo di pistola all’indirizzo di uno dei soggetti passivi che, solo fortunosamente, non veniva attinto, nonchè il ricorso all’utilizzo delle armi anche in occasione di alcuni danneggiamenti finalizzati al reato di estorsione.
Quanto sopra evidenziava inequivocabilmente la possibile imminente commissione di un omicidio in danno dei minori del citato collaboratore e della sua convivente nonché dell’altro soggetto parente del secondo collaboratore, determinati dall’interesse degli accoliti di evitare i sicuri e cospicui periodi di detenzione conseguenti alle dichiarazioni del neo collaboratore.
Alla luce dei gravissimi elementi emersi, i Pm della Dda. di Catania, su richiesta della squadra Mobile di Caltanissetta e del Commissariato PS di Niscemi, hanno emesso il provvedimento di fermo di indiziato di delitto sopra descritto nei confronti di Lombardo Rosario, Lodato Giuseppe e Ficicchia Alessandro. Per quanto riguarda il quarto indagato Aparo Alessandro, si fa presente che, sebbene questi non risultasse partecipe alla conversazioni di che trattasi, agli atti di questi uffici e della Dda di Catania emerge il vincolo associativo mafioso che lega il predetto agli altri tre odierni indagati, ritenendo peraltro, probabile la sua presenza nella progettanda azione di fuoco.
Il provvedimento restrittivo a carico dell’Aparo Alessandro, è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Ragusa, organo investigativo titolare di altre indagini delegate sempre dalla medesima Dda di Catania.
(Fonte: Squadra Mobile Questura di Caltanissetta e Commissariato Ps di Niscemi).