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Corriere di Gela | Il teatro resti intitolato ad Eschilo
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notizia del 29/04/2004 messa in rete alle 09:34:34
Il teatro resti intitolato ad Eschilo

Durante i funerali di Vincenzo Paci (il bravo e sfortunato infermiere-attore, morto per un incidente stradale) è stato letto un fax del sindaco Crocetta, dentro la Chiesa Madre, dalla giovane Lorena Scimé – componente della compagnia teatrale “L’Antidoto”, nel quale il primo cittadino dice tra l’altro che: “I lavori di ristrutturazione del teatro comunale dovranno continuare nel nome di Vincenzo Paci e, quando il teatro sarà riaperto al pubblico, si potrà magari dedicarlo a lui”.
Crocetta, coinvolto dall’onda emozionale per la morte di Paci, ha dimenticato che il nostro teatro è dedicato (sin dagli anni Trenta) al grande tragediografo greco Eschilo, che morì a Gela nel 456 a. C.
Crocetta sa benissimo che non può cambiare con tanta leggerezza il nome storico del padre della tragedia antica con quello di Paci, con dovuto rispetto che bisogna portare a un defunto cittadino locale.
I nomi delle vie e delle piazze di personaggi della storia, che hanno fatto grande nel passato la nostra città, non si possono cancellare con un colpo di spugna; lo prova l’entusiasmo che ha suscitato la recente mostra internazionale di vasi greci, “Ta Attika”, nel palazzo Pignatelli, che ha prodotto un incoraggiante fervento culturale (tredicimila visitatori) e tanto orgoglio nel cuore dei gelesi.
L’idea di Crocetta di sopprimere il nome di Eschilo e sostituirlo con quello di Paci ha stupito migliaia di cittadini, nei cui occhi rivive ancora l’arte eccelsa dei nostri progenitori, attraverso le figure rosse e nere di quei vasi, che hanno fatto ricordare i miti e le leggende di quella appassionata letteratura che gli studenti di tutto il mondo hanno appreso sui banchi di scuola. L’idea di Crocetta, che in quel momento si trovava a Tunisi, è stata considerata una “boutade” da molti cittadini. Piuttosto si impegni il primo cittadino a fare ultimare i lavori del nostro teatro, che è chiuso dal lontano 1975.
Lo vogliono gli anziani e specialmente i giovani, desiderosi di “fare teatro”, nell’ansia di una crescita sociale e culturale e lo notiamo dalle rappresentazioni classiche che i giovani gelesi preparano ogni anno, con la regia del prof. Biagio Pardo.
Il teatro comunale fu costruito nel 1832 e venne allora denominato “Teatro Maria Teresa” in omaggio alla grande imperatrice d’Austria. Dopo il 1860 e cioé con la formazione del Regno d’Italia, l’edificio venne ampliato e ribattezzato “Teatro Garibaldi”, in ricordo dell’eroe dei due Mondi.
Nel 1930, il teatro mostrò molti acciacchi, alcune pareti presentavano delle lesioni, per cui fu abbattuto e ricostruito massicciamente, sempre nello stesso posto. Cambiò per la terza volta denominazione: “Cine-teatro Eschilo”.
Il nostro teatro, testimone del tempo che passa, ha vissuto momenti storici e culturali diversi, narrando vicende del mondo di ieri e di oggi.
Lunga vita al Teatro comunale Eschilo di Gela!


Autore : Gino Alabiso

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