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Corriere di Gela | Il ponte sullo Stretto, una storia infinita...
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notizia del 18/07/2011 messa in rete alle 09:11:35
Il ponte sullo Stretto, una storia infinita...

Del ponte sullo stretto i giornali non ne parlano più. Sfido – direte voi – con questa crisi che attanaglia! Il problema viene rimandato alla prossima legislatura. Provvederanno i posteri, anche a pagare i debiti dello stato…

Lo storico Strabone narrò che nel 250 a.C., durante la prima guerra punica, il console Lucio Cecilio Metello, dopo avere sconfitto le truppe di Asdrubale, per attraversare lo stretto di Messina, fece deporre sul mare una infinità di botti vuote a due a due in modo che non si potessero toccare, per far passare gli elefanti che avevano preso ai carteginesi come bottino di guerra. Ma l’originale “Ferry Boat” di allora non resse e gli elefanti morirono annegati. Il console fu richiamato a Roma. Il sogno di attraversamento stabile fra la Sicilia e il Continente continuò a farsi sentire nei secoli. Anche a Giuseppe Garibaldi venne l’idea della costruzione del Ponte.

Dopo l’unità d’Italia, Giuseppe Zanardelli, al-lora ministro dei Lavori pubblici, nel 1876 ebbe ad esclamare: “Sopra i flutti o sotto i flutti la Si--cilia sia unita al Con-tinente”.

Nel 1942 anche Benito Mussolini disse al mini-stro Carmine Senise: “É tempo che finisca questa storia dell’Isola; dopo la guerra faremo costruire un ponte”.

Il ministro Claudio Signorile – siamo nel 1984 – ebbe a promettere: “Il ponte si farà entro il 1994”. L’anno successivo Bettino Craxi, presidente del Consiglio, si impegnò: “Nel 1989 prenderanno avvio i lavori dello Stretto e sarà un’opera di primato mondiale”.

Nel 2002 il tormentone assalì anche Berlusconi, ma fino ad oggi non abbiamo visto nulla. Dalle botti del console Metello ad oggi, dopo tanta frenesia e approfonditi studi, giacciono nell’ufficio “Società pubblica Stretto di Messina”,a Roma, chilogrammi di carta tra disegni, schizzi, polemiche politiche e tecniche e... una spesa per i dipendenti di questi uffici di diversi milioni di euro.

Aggiungiamo inoltre che Walt Disney produsse un cartone animato sullo Stretto; e ancora nel film “Qualunquemente” il bravissimo Antonio Albanese promise ai suoi concittadini la costruzione del Ponte e “cchiù pilu ppi tutti”.

La febbre del Ponte ha contagiato tutti: cambiano le epoche, cam-biano gli uomini, ma l’idea rimane sempre: il “Ponte” con la “P” maiuscola. Come se non bastasse si viene a sapere che anche la mafia – risulta dalle indagini della polizia – è interessata ai lavori del Ponte e che intende partecipare sotto falso nome. Il Ponte è diventato insomma una fabbrica di illusioni. Si farà? Non si farà? Il E’ considerato “l’affare del secolo” e forse un giorno non vedremo più il “ferribotto”.


Autore : Gino Alabiso

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