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Corriere di Gela | Quella scuola con tipografia annessa
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notizia del 04/07/2006 messa in rete alle 01:00:52
Quella scuola con tipografia annessa

Durante la mostra di fotografie scolastiche esposte nell’ex Palazzo ducale, mo-stra curata dall’attivissimo Franco Par-d e che ha richiamato migliaia di cittadini, il preside Vullo è stato colpito dalla foto della tipografia della scuola “Antonietta Aldisio”, chiedendo se la tipografia ancora esiste.
Finalmente un’autorità che si informa e si interessa di questa tipografia scolastica! Finalmente la “persona giusta” che può fare qualcosa!
Egregio preside Vullo, quella tipografia giace oziosa a pianoterra del II circolo didattico nel locale di fronte all’ingresso della Chiesa dei Cappuccini.
L’intero macchinario fu comprato nel 1960 per quattro milioni di lire dal direttore Francesco Furnari (di tasca sua), dotando la scuola Antonietta Aldisio di un prezioso sussidio didattico. La tipografia pubblicava mensilmente “il nostro giornalino”, organo di collegamento tra scuola e famiglia e venne accolto con entusiasmo dagli scolari e dagli insegnanti. Ogni numero de “il nostro giornalino” conteneva tanti compitini degli alunni, che aspettavano mensilmente la sua uscita con ansia. Tale collaborazione venne anche estesa agli alunni del I circolo didattico.
Il giornalino ebbe la durata di dieci anni, perchè nel 1970 il direttore Furnari, molto stimato per le sue doti di dirigente scolastico, andò in pensione e il sottoscritto, che curava la redazione e la pubblicazione degli elaborati, si trasferì con la sua famiglia a Pisa. Apprezzato tipografo di allora era il bidello Filippo Repollino, che successivamente passò negli uffici comunali.
L’eredità de “Il nostro giornalino” non venne raccolta ai vari direttori che si sono susseguiti e la tipografia “Lombardo Radice” giace tutt’oggi inoperosa e abbandonata a piano terra della scuola Antonietta Aldisio, pur essendone proprietaria.
Preside Vullo, lei che è giovane e attivo educatore, prenda a cuore l’iniziativa e, come assessore alla Cultura, metta in attività quella tipografia, facendosi collaborare dai suoi colleghi, dagli studenti. una tipografia attrezzata di tutto punto è un grande patrimonio didattico e non deve giacere inattiva tra la polvere e le ragnatele, ma deve assolutamente entrare in funzione per la scuola, in una città vivace come la nostra, che è considerata un grosso centro di cultura.


Autore : Gino Alabiso

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