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Corriere di Gela | Antica tradizione ormai scomparsa
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notizia del 26/05/2004 messa in rete alle 00:37:48
Antica tradizione ormai scomparsa

Una tradizione che ogni anno nel mese di maggio veniva ricordata e festeggiata era “a Scevusa” cioé la festa dell’Ascensione che, oltre ad essere una festa religiosa, era anche una “fiera-mercato” di grande richiamo per tantissimi agricoltori gelesi e quelli del comprensorio; Questa festa mescolata al folklore locale, si celebrava un tempo con molto sentimento e si svolgeva in Piazza Calvario, era una antica usanza contadina che alcuni studiosi la fanno risalire al secolo XVII. Durante la fiera avvenivano le trattative per la compravendita di tanti prodotti agricoli, perfino si potevano vendere animali come muli, asini e cavalli. Quel giorno di maggio, la Piazza Calvario si riempiva di molta gente dove trovavano esposte diverse mercanzie: carretti dipinti, scale di legno, coltelli, corde, finimenti per adornare gli animali, zappe, erpici, “coffe”, “rituna”, “vertuli”, falci, cavezze, “bummuli”, “quartara” e poi tanti piccoli arnesi per la gioia dei ragazzi come “caruseddri di argilla”, “friscaletti” a forma di gallo o di pesce, tamburini, “cianciani, e pupiddri di terra cotta”, insomma c’era di tutto. Era la festa contadina che preveniva la raccolta del frumento la cui Piana di Gela era ricchissima e molto conosciuta in Sicilia; non per niente gli antichi la chiamarono “Campi Geloi”. “A Scevusa”, una tradizione che veniva rispettata e festeggiata dalla popolazione con molto calore e molto sentimento religioso. Con il passare degli anni, purtroppo, questa caratteristica tradizione contadina della fiera-mercato, è scomparsa con la decadenza della nostra agricoltura, un tempo fonte primaria dell’economia gelese. Quando approdarono le prime trivelle a Maroglio e Piana del Gesù (o Chianu do Signuri), si diceva: “dall’oro bianco del cotone, si è passati all’oro nero del petrolio”; e così Gela da città agricola diviene città industriale. Erano gli ultimi anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta quando le ciminiere innalzarono al cielo il rosso fuoco del petrolio estratto, da questo momento si aprì la nuova era industriale per la nostra città, si gridò al miracolo economico, in ogni famiglia arrivò lo stipendio fisso e, quindi, un benessere collettivo. Nessuno mai poteva immaginare la futura crisi economica di un paese avviato verso un roseo avvenire, un paese che aveva dimenticato la povertà e gli anni terribili di una guerra vissuta. Quanto tempo è passato dalla prima estrazione del petrolio! Il resto è storia recente.

Autore : Renzo Guglielmino

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