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Corriere di Gela | A proposito dei diritti dei cattolici
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notizia del 08/05/2006 messa in rete alle 23:48:08
A proposito dei diritti dei cattolici

Certamente. Lo ha scritto Renzo Allegri ed io sono perfettamente d’accordo. Solo il becero anticlericalismo di alcuni può negare questo diritto sancito, peraltro, dalla Costituzione. Bisogna però onestamente riconoscere che spesse volte questo anticlericalismo è stato originato e in parte giustificato dalla politica illiberale del papato. Quando nel 1870 l’Italia invase lo stato pontificio, questo risultò uno dei più arretrati e oscurantisti d’Europa. Ricordo di aver letto su una lapide collocata nella piazza principale della rocca di San Leo (presso Rimini) nella quale si parlava di “mercenarie soldatesche pontificie di mala signoria” che si erano arrese alle truppe italiane. L’anticlericalismo più violento era ed è ancora nelle terre dello Stato Pontificio. Ci sarà un motivo, credo.
Detto questo ribadisco che la gerarchia ha il diritto di esprimere il suo pensiero anche su temi strettamente politici, nè questo può essere giudicato come una indebita ingerenza negli affari interni dello Stato. Se questo diritto ce l’hanno i vari partiti, lo stesso diritto ce l’hanno tutti i cattolici, anche se illuminati dai loro vescovi. Il problema è di sapere se i vari pronunciamenti della gerarchia debbano considerarsi vincolanti da tutti i cattolici. E’ un fatto incontrovertibile: da troppi secoli la gerarchia si è arrogata la supremazia assoluta su tutto e su tutti con prese di posizione reazionarie e illiberali. Gli sbagli non si contano. Leone X (campione di immoralità) condannò Lutero per aver osato dire che bruciare gli eretici va contro la volontà di Dio. Clemente VII attaccò l’Editto di Nantes del 1538 perchè concedeva a tutti i cittadini pari diritti, indipendentemente dalla loro religione. L’editto fu revocato nel 1685 con grande soddisfazione della Chiesa e nel giro di tre anni cinquantamila famiglie protestanti lasciarono la Francia.
Innocenzo X condannò la pace di Westfalia in cui si osava garantire la tolleranza a tutti indipendentemente dalla loro religione e addirittura a quelli che non ne professavano alcuna. Gregorio XVI nella Mirari vos del 1832 descrisse la libertà di coscienza come una “follia che sgorgava dalla più fetida fonte dell’indifferentismo” e condannando la libertà di religione, di stampa, di riunione e di istruzione come “una lurida cloaca piena di vomito eretico”. (Pio IX beato!) nel 1864 pubblicò il Sillabo degli Errori. Ecco alcune teorie condannate. 15. Ogni uomo è libero di professare la propria religione. 24. La chiesa non può servirsi della forza e non ha alcun potere temporale. 77. Non è più opportuno che la religione cattolica sia considerata la sola religione di stato, con l’esclusione di tutte le altre forme di culto. In altra occasione affermò che il suffragio universale era una orrenda piaga e che si doveva chiamare menzogna universale. Leone XIII ha dichiarato: “La Chiesa ha il diritto di monopolio sulla religione in qualsiasi stato cattolico. Non si deve commettere l’errore di permettere la diffusione della libertà. Libertà e verità sono incompatibili e la verità deve essere imposta dallo Stato secondo gli ordini della Chiesa”.
Anche Pio X con le sue encicliche e col giuramento antimodernistico chiuse tutte le porte alla modernità ed al necessario rinnovamento della Chiesa. Paolo VI con l’enciclica Humanae vitae condannò la contraccezione. Quanti sono i cattolici che si adeguano a quell’enciclica?
La stragrande maggioranza di essi la rifiutano decisamente e la ignorano nella prassi quotidiana. Secondo il pensiero del Papa l’unico modo di diminuire le nascite è il metodo poco sicuro di Ogino Knaus, o quello boccaccesco di Billings oppure la totale astinenza dall’atto sessuale. Una cecità assoluta, una morale per gli abitanti sulla luna. Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger ora Benedetto XVI hanno detto esplicitamente che gli omosessuali “vivono in uno stato obiettivo di peccato”. La loro scuola è la Bibbia dove si dice: “Se un uomo ha giaciuto con un uomo come si giace con una donna, hanno compiuto un’abominazione: siano messi a morte” (Lev. 20,13). Uguale intransigenza si trova in S. Paolo. Ma se una gran parte degli omosessuali nasce, diciamo così, con quel difetto, perchè dovrebbero essere perseguitati? E’ colpa della natura e la natura non è figlia di Dio? Innocenzo XI nelle sue famose Proposizioni dichiarò che i coniugi che fanno l’amore con l’intenzione di non avere figli commettono peccato mortale. Ora i papi parlano di paternità responsabile e di giorni infecondi della donna per approfittare per fare l’amore. Chi ha ragione? In questi pronunciamenti i papi non hanno inteso esprimere un parere personale, ma si sono appellati “all’insegnamento costante della Chiesa”, un insegnamento che costante non è e che ora, alla luce dei nuovi tempi, si è rivelato del tutto falso e inaccettabile. Chi avrebbe oggi il coraggio di affermare, per esempio, che bambini che muoiono senza battesimo vanno all’inferno o al limbo (?) e che fuori della chiesa non c’è salvezza?
Alla luce di queste considerazioni (se ne potrebbero addurre molte altre) quale valore attribuire ai pronunciamenti ed ai consigli della gerarchia? Un valore molto relativo. Non sarebbe giusto il disprezzo assoluto, ma neppure l’ubbidienza cieca. Oltre al diritto–dovere dei vescovi di istruire (finora troppo esaltato) c’è anche il “sensus fidelium” (il giudizio dei fedeli finora troppo trascurato e che invece ha il diritto di giudicare anche le sentenze dei vescovi). Abbiamo esempi molto recenti e significativi: il comportamento dei cattolici italiani nei famosi referendum contro il divorzio e contro l’aborto. La gran parte dei cattolici ha votato a favore della legge. Anch’io ho votato a favore della legge, non perchè fossi favorevole al divorzio o all’aborto, ma perchè ritenevo mio dovere tutelare la libertà di tutti i cittadini. La Chiesa non può imporre le sue idee allo Stato. Ha solo il diritto di istruire i suoi fedeli e questi hanno il diritto di accoglierli, ma cum grano salis.


Autore : Antonio Corsello

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