|
notizia del 21/07/2008 messa in rete alle 23:11:04
Un po’ di storia
Alla fine degli anni cinquanta, nell’imminenza di elezioni, un emissario di Aldisio venne a dirmi che tutte le parrocchie di Gela compresa la Chiesa di S.Agostino avrebbero avuto un contributo di trecentomila lire col vincolo di cedere la metà della somma alla Dc che ne aveva bisogno per le imminenti elezioni. Si fece una riunione nei locali dove ora ci sono gli uffici postali in Via Aretusa. Quasi nessuno era disposto a cedere la somma dovuta alla Dc. Io fervente democristiano portai l’intera somma a chi me l’aveva consegnata dichiarando che non volevo neppure una lira. Mi dissero:” L’unico onesto. Gli altri non avranno più niente”. Gli altri hanno continuato ad avere grossi contributi e la Matrice il doppio. Divenni così il prete di fiducia di Aldisio il quale faceva pervenire a me pasta, farina, burro ed altra merce da distribuire alle parrocchie, ai marinai ed altre associazioni. Fui schiavo anch’io dell’infatuazione democristiana. Il Comitato civico di S.Agostino divenne il più efficiente della città e disponeva di oltre venti motociclisti. L’infatuazione mi portò a commettere anche grossi furti ai poveri. Tramite l’Eca (Ente Comunale Assistenza) Aldisio mi fece avere grosse somme di denaro( fino a ottocentomila lire!) che io regolarmente passavo ad Aldisio. A mia discolpa io posso dire che non mi rendevo conto della obiettiva malizia dell’operazione, né mai nessuno mi ha rimproverato per questa colpa, anzi venivo elogiato per la mia “fedeltà alla causa”. Un giorno Aldisio, alla presenza dell’Avv. Lorefice, mi disse che aveva messo nel suo testamento la somma necessaria per erigere la parrocchia di S. Agostino. Questo era un pio desiderio di Aldisio al quale Mons. Federico si sarebbe opposto con tutte le sue forze. Questi non avrebbe mai permesso che le sedicimila “anime” che formavano il grosso patrimonio della Matrice venissero assottigliate. Sarebbe stata una “diminutio capitis”. In effetti sarebbe stata una “diminutio capitalis”. Meno anime e meno matrimoni, meno battesimi, meno funerali e meno guadagni. Un giorno venne a far visita al Circolo S:Agostino da me fondato il Vicario Generale della Diocesi Mons. Quattrocchi, il quale, troppo onesto, vedendo l’intensa attività svolta dal Circolo, disse che si sarebbe potuto pensare ad erigere la parrocchia di S. Agostino. Subito l’indomani mattina fui chiamato da Mons. Federico e rimproverato perchè avevamo diffuso la notizia dell’erezione a parrocchia della chiesa di S.Agostino. Gli feci osservare che noi non avevamo diffuso nessuna notizia: era stato lo stesso Mons. Quattrocchi che il giorno prima ne aveva parlato. Dopo meno di un mese Mons. Quattrocchi non era più Vicario Generale della Diocesi.
Quando morì Aldisio c’incontrammo con l’Avv. Lorefice davanti alla Matrice e mi disse:” Sto partendo per Roma per aprire il testamento di Aldisio. Io sono esecutore testamentario. Ci sono quelle somme per la parrocchia di S. Agostino”. Appena tornato da Roma mi fece sapere che nel testamento di Aldisio i soldi per la parrocchia di S.Agostino non c’erano più. Cosa era successo? Nel 1962 avevo partecipato anch’io al Congresso Nazionale delle Acli a Bari e ne ero tornato entusiasta per il centrosinistra. Aldisio mi fece chiamare e mi disse queste testuali parole:” Nenni non è una persona affidabile. Nel 1947 De Gasperi, sapendo di una mia personale amicizia con Nenni, mi incaricò di sondare il terreno per vedere se Nenni e il suo partito erano recuperabili alla democrazia. Per undici giorni una sera in casa mia e una sera in casa sua, alla presenza del comune amico Arnaldo Missiroli direttore del Messaggero, discutemmo su tutti i problemi. Alla fine tutto contento andai da De Gasperi e gli dissi che Nenni era recuperabile. Dopo pochi mesi fece il famoso Blocco del popolo con i Comunisti. Di Nenni non ci si può fidare”. Essendomi accorto che Aldisio stava poco bene, non volli insistere e gli dissi solo che le Acli ritenevano necessario il centrosinistra per una politica più attenta alle esigenze della classe operaia. Quando Aldisio venne a sapere che io e le Acli di Gela con a capo il compianto Avv. Vitale continuavamo a sostenere il centrosinistra, mandò a “convertirmi” l’On Alessi, il quale, pur così intelligente, cominciò a dire che le Acli e la CISL erano marxiste. Gli dissi apertamente che non ero d’accordo con lui e lui tutto arrabbiato disse :” E allora vi farete difendere dai comunisti”. Proprio in quel periodo stava difendendo i monaci di Mazzarino. Gli feci notare che io ero capace di difendermi da solo. E tutto finì lì. Aldisio venne a sapere ogni cosa e volle castigarmi togliendo dal suo testamento le somme per la parrocchia di S. Agostino. Io, naturalmente, non mi misi a piangere, perchè alla parrocchia non ci avevo mai creduto.
Tornato da Bari fui chiamato anche dal vescovo di Piazza Armerina Mons.Catarella il quale mi chiese di confermargli se era vera la notizia che le Acli al Congresso di Bari si erano dichiarate favorevoli al centrosinistra. Io rincarai la dose:” Si Eccellenza, si discuteva di tutto ma quando si parlava di centro sinistra tutti erano d’accordo”. Il vescovo rimase molto preoccupato e solo dopo pochi giorni convocò tutto il clero della diocesi a Piazza Armerina e nel suo discorso di introduzione disse:” L’italia è in pericolo e noi stessi la stiamo dando in mano ai comunisti, i quali hanno già i numeri per governare l’Italia. Bisogna vigilare perché ciò non avvenga”. Pochi giorni dopo venne a trovarmi l’Assistente Nazionale delle Acli, Mons. Bonicelli divenuto poi Vescovo Castrense e poi Arcivescovo di Siena. Quando veniva in Sicilia non mancava mai di fare una capatina a Gela. Gli raccontai l’accaduto e con forza mi disse: “Quando i vescovi hanno ricevuto lo Spirito Santo, non hanno ricevuto un particolare carisma riguardo alla politica. La lascino fare a chi ha maggiore competenza di loro”. Il guaio è che spesso i confini della politica si confondono con quelli della religione.
Autore : Antonio Corsello
» Altri articoli di Antonio Corsello
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|