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Corriere di Gela | Sulla beatificazione di papa Wojtyla
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notizia del 12/02/2011 messa in rete alle 23:06:00

Sulla beatificazione di papa Wojtyla

Ho letto con molto interesse l’articolo di Marco Trainito Non c’è che dire: dal punto di vista umano il suo ragionamento non fa una grinza. E’ la logica posizione di chi non ha il dono della fede Ma il conflitto tra fede e ragione non è così insanabile come egli crede. La fede non può contrastare con la ragione, ma la supera. Molte volte io sono d’accordo con le riflessioni del professore, dissento nelle conclusioni. Anch’io ho le mie perplessità riguardo alla beatificazione di papa Wojtyla. Quando alla Tv ho assistito ai funerali di quel papa ed ho visto spuntare tanti cartelli con la scritta “ santo subito” ho subito detto agli amic :”Vedrete ora una fioritura di miracoli attribuiti al quel papa”. Sono stato facile profeta. In un primo tempo fu proposto come miracolo quello della suora francese ma in un secondo tempo si disse che non era valido. Ora è stato ripreso e ripresentato.

Nell’Università Romana che io ho frequentato si discuteva se le canonizzazioni fanno parte della infallibilità pontificia. Io sono decisamente per il no e nego la validità di alcune canonizzazioni. La potenza dei Gesuiti ha fatto dichiarare santo e dottore della Chiesa Roberto Bellarmino dopo ben tre secoli dalla sua morte: Quali i suoi meriti? Si era divertito a veder torturare e bruciare vivo Giordano Bruno ed aveva costretto Galileo a far girare il sole attorno alla terra. Un altro santo, secondo me, molto discutibile, Pio V, feroce persecutore degli eretici. Un giorno passeggiavo sulla Sila assieme al pastore Valdese di Catanzaro. Ad un tratto, indicandomi un paesino che si vedeva all’orizzonte, il pastore mi disse:” Vede quel paesino giù in fondo? Ebbene verso il 1550 vi si rifugiarono molti Valdesi per sfuggire alle persecuzioni cui erano sottoposti in Piemonte. Poco dopo il cardinale Inquisitore Ghislieri, d’accordo col piissimo re di Napoli, emanò un decreto col quale tutti gli abitanti erano obbligati ad abbracciare la fede cattolica. I renitenti dovevano essere bruciati.

Il decreto portava una postilla “Se qualcuno riesce a scampare all’eccidio, anche dopo la morte deve essere disseppellito, giudicato e bruciato come tutti gli eretici”. Il pastore possedeva una copia di quel disgraziato editto. Per questi meriti (e per la vittoria di Lepanto) Ghislieri è stato eletto papa col nome di Pio V e poi dichiarato santo. Anche Giovanni da Capestrano è stato dichiarato santo per aver fatto un massacro di eretici in Boemia. Fu così accanito nella sua lotta da costringere il papa a rimuoverlo dal suo incarico. Il santo supplicò il papa di permettergli di continuare la sua “santa” missione. Pio IX è stato beatificato malgrado avesse solennemente dichiarato che non si poteva concedere la libertà di coscienza e di religione. A pellegrini francesi dichiarò che il suffragio universale bisognava chiamarlo “menzogna universale”. Pur avendo anche lui negato la libertà di coscienza e di religione Pio X è stato addirittura dichiarato santo.

Fra i suoi meriti la condanna del modernismo che pure aveva non pochi lati positivi. Fra le sue vittime ci fu il vescovo di Piazza Armerina Mario Sturzo, fratello del più noto Luigi, costretto a far bruciare i suoi scritti che avevano odore di modernismo. Non dico che sia tutto nero nel pontificato di papa Wojtyla, ma certamente non mancano i lati oscuri. A lui viene attribuito il gran merito della caduta del comunismo.

La stessa lota l’avevano già fatto i presidenti dell’Ungheria e della Cecoslovacchia.

Papa Wojtyla sovvenzionò fortemente Solidarnosc con i miliardi che gli forniva il suo fedele finanziatore Marcinkus, amico di Calvi e di Sindona e responsabile del fallimento del Banco Ambrosiano. Papa Wojtyla prima nascose in Vaticano Marcinkus per sottrarlo alla magistratura italiana che lo aveva inquisito e poi servendosi della personale amicizia col Presidente della Repubblica Pertini sborsò parecchie decine di miliardi per chiudere la dolorosa vicenda.

A carico di Giovanni Paolo II avrei molte altre cose da dire. Accenno solo a due fatti. Ad arcivescovo di San Salvador fu mandato Mons. Romero perché ritenuto un moderato. Quel sant’uomo vedendo che il governo aveva fatto uccidere i suoi preti migliori e perseguitava la popolazione si schierò decisamente contro il governo. Il papa non lo volle mai ricevere e quel sant’uomo se ne lamenta nel suo diario. Lo ricevette solo tre mesi prima che fosse assassinato. Il papa andò dopo tempo a stringere la mano al colonnello D’Aubisson che l’Onu definì ufficialmente il mandante dell’assassinio del santo vescovo. Adesso lo si vorrebbe dichiarare santo, ma già tutto il popolo sudamericano lo venera come santo. Un’altra enorme gaffe di questo papa è l’aver condannato la teologia della liberazione condivisa dalla gran parte dei vescovi e del popolo. Nel condannarla il papa affermò: “Anch’io faccio la mia scelta preferenziale per i poveri, ma la mia scelta non è esclusiva od escludente”. Ma la preferenza etimologicamente è esclusiva ed escludente. Un miracolo strepitoso che solo lui poteva fare: preferire contemporaneamente i ricchi e i poveri!

L’amico Trainito potrà facilmente rilevare non pochi difetti nella Chiesa. Ce li trovo pure io. Ma non si possono chiudere gli occhi di fronte al bene immenso che preti e laici compiono ogni giorno a beneficio dell’umanità. Proprio in questi giorni Raiuno ha citato il bell’esempio di una signora proprietaria di un albergo a Rimini che ogni giorno accoglie i barboni della città ai quali fornisce un pasto ed una stanza per dormire. E tutto questo in nome di una concreta fede cristiana. Né si possono negare i tanti miracoli di Padre. Pio. Basti citare quello della donna di Misterbianco che ci vede anche se non ha le pupille. Io ho ricevuto non pochi torti da parte della gerarchia, ma aggrappandomi al divino messaggio di Gesù Cristo, ci tengo a restare figlio devoto di Santa Madre Chiesa pur con tutte le sue umane lacune.


Autore : Antonio Corsello

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