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Corriere di Gela | Il trionfo della stupidità umana
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notizia del 21/12/2004 messa in rete alle 22:42:24
Il trionfo della stupidità umana

Una lunga degenza in ospedale mi ha impedito di rispondere ad uno strano articolo apparso nel gennaio 2004 sulla rivista Panorama a firma niente meno che di Adriano Sofri sul terribile stato d’animo di Abramo mentre si accingeva ad uccidere il proprio unico figlio Isacco.
Malgrado il troppo tempo trascorso, argomento resta di estrema validità. Per questo voglio fare anch’io le mie riflessioni su questo racconto biblico che per me è tutto una favola.
Mi stranizza non poco che una persona intelligente come Adriano Sofri non abbia capito che l’intera vicenda del sacrificio di Isacco è intrinsecamente falsa, priva di qualsiasi credibilità. Tutto il racconto biblico è un insulto alla sapienza e alla santità di Dio. Dio sapiente conosce il futuro e non ha bisogno di nessuna prova. Inoltre a Dio santo non può essere attribuito nessun peccato come quello che certamente ha commesso Abramo. Intanto, dicono, Dio non ha fatto uccidere Isacco ma ha fermato in tempo la mano di Abramo. No, no: Abramo il peccato l’ha commesso ugualmente perché in lui c’era tutta l’intenzione di uccidere il figlio: aveva il coltello in mano. Non io, ma la Chiesa insegna che se qualcuno vuole commettere un peccato e qualcuno o qualcosa glielo impedisce, il peccato lo commette ugualmente con la sola intenzione. E se vogliamo credere al racconto biblico, in Abramo l’intenzione c’era tutta.
Adriano Sofri quando afferma che Abramo aveva già squarciata la gola di Isacco, dice una cosa che non c’è nel racconto biblico. Anzi vi si dice espressamente che l’angelo del Signore è intervenuto prima che Abramo commettesse quella nefandezza.
Piuttosto è interessante quello che dice l’angelo a nome di Dio: “Ora so che rispetti Dio e non mi hai risparmiato il tuo figliolo, l’unico tuo”.
Nelle parole dell’angelo ci sono delle grosse incongruenze. Le prime parole “Ora so che rispetti Dio” possono essere attribuite all’angelo ma quando “non mi hai risparmiato il tuo figliolo”, allora le parole non possono essere attribuite all’angelo, ma a Dio, perché Abramo il figlio lo stava sacrificando a Dio, non all’angelo. Resta comunque l’assurdità di quel “ora so”. Dio quindi prima non lo sapeva? E che razza di Dio era quello!
Ma i sapientoni ancora non si arrendono difronte all’evidenza e replicano che Dio, chiedendo ad Abramo questo terribile sacrificio, ha voluto dare a noi una lezione di assoluta ubbidienza a Dio. Ma è mai possibile che Dio per darci questa lezione si sia impelagato in una vicenda dalla quale la sua sapienza e la sua santità escono veramente malconce? Del tutto strana la conclusione di Sofri: “Abramo ha ripudiato il suo Dio, fin da quando ha ridisceso il posto del sacrificio di Isacco”. Non è certamente questa la conclusione alla quale ci vuole indurre la Bibbia!
Strano veramente che cattolici e musulmani mentre esaltano Dio come Essere perfettissimo, lo offendono nei suoi divini attributi con questi racconti assurdi e fantasiosi.
Alla luce di queste considerazioni risultano assolutamente inutili e senza senso le profonde considerazioni di Sofri sul terribile stato d’animo di Abramo mentre si accingeva a compiere quello che obiettivamente era un delitto. L’acuta analisi psicologica di mostra un fine intuito e sarebbe commovente se non avesse il grave difetto di fondarsi su una falsa vicenda. Si tranquillizzi dunque il bravo Sofri: “Nella mente disperata di Abramo” non c’era un bel niente, egli non ha sofferto nulla, perché tutto il racconto biblico non è che una favola, frutto di una fervida fantasia. Abramo, si dice, è il padre dei credenti, ma alcuni rabbini ebrei hanno scritto su La Repubblica un articolo nel quale si ipotizza che Abramo forse non è mai esistito. Forse il racconto biblico è stato inventato, come quello di Giobbe, per inculcare la fede in Dio? Non lo so. So solo che i più bravi di tutti, come al solito, sono i musulmani che hanno costruito la più bella moschea del mondo proprio nel posto dove Abramo stava uccidendo il figlio e per loro la più grande festa, dopo il Ramadan, è quella che ricorda il sacrificio di Abramo. Ma ci vuol molto a capire che il racconto biblico è intrinsecamente falso? O sono solo io l’unica persona intelligente che lo contesta? E’ assurdo!


Autore : Antonio Corsello

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