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Corriere di Gela | Le caste ritornano
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notizia del 26/05/2008 messa in rete alle 22:18:46
Le caste ritornano

L’idea di progresso è un’idea illuministica anteposta alla concezione ciclica della storia formulata da Vico tra il 600 e il 700. E’ un’idea lineare di evoluzione della società che migliora grazie alle innovazioni in tutti i campi.
Quasi a confutare la nuova conquista di un’idea di progresso, come il secolo degli illuministi del ‘700 ci ha lasciato, da un po’ di tempo a questa parte è ritornato in uso il termine di “casta”, dando la percezione di un ritorno ad assetti della civiltà sociale anacronistici ed involuti. In realtà il termine ben si attaglia ad identificare le nuove sacche di privilegi che, nella società, nel lavoro, nei servizi, nelle istituzioni, nel mercato ormai si iniziano ad individuare, a cui è immancabilmente connesso non un ceto (termine improprio nell’epoca del mercato globale) ma aggregati sociali identitari che ne beneficiano e si autoconservano.
Il termine casta sta ad indicare una “razza pura”, “castum” appunto, che diventa sinonimo di un gruppo sociale o economico che ha e pretende il godimento esclusivo di determinati diritti e privilegi. Ma il termine oggi si arricchisce di un’altra caratteristica dovuta alla modernità che ci circonda e che rende le varie caste ancora più subdole.
Le caste oggi vengono individuate con difficoltà, occorrono indagini economiche, statistiche e aggregazioni mirate, analisi dei modelli organizzativi, a volte inchieste giornalistiche di alto profilo che rivelano privilegi esclusivi.
La nuova caratteristica delle moderne caste è che sono “non antagoniste”. Mi spiego. I privilegi non vengono mantenuti contrapponendosi a delle controparti, che pertanto individuano con facilità i portatori di privilegi. La casta oggi è silente, non interagisce con le sue vittime (siano essi clienti, utenti, dipendenti, cittadini, consumatori) semplicemente li ignora. Vive di un consolidato, di meccanismi talmente ripetuti che sono diventati sistema e pertanto non godono neppure della prerogativa della visibilità e vengono scovate quando un’inchiesta o un’analisi economica le mette a nudo.
Oggi le caste non interagiscono con l’esterno se non per assorbire e sono in perfetta sintonia con la tendenza al localismo ed alla negazione del nuovo. Certo, le politiche di liberalizzazione, di equità sociale, di trasparenza e, perché no, di efficientamento, possono essere un antidoto serio al loro proliferare. Occorrerebbe una politica affidata a masterplan sociali, a interventi integrati di lungo periodo e non occasionali, ove la società non venga abbandonata solo a logiche mercantili ma sappia riconoscersi in un assetto di libertà collettive e non solo individuali. Solo così l’idea di “progresso” e di “modernizzazione” potranno essere le nuove frontiere per una classe politica “illuminata” nell’inizio del nuovo millennio.


Autore : Sebastiano Abbenante

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