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Corriere di Gela | Le schiavitù
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notizia del 22/11/2010 messa in rete alle 22:17:23
Le schiavitù

Suprema offesa alla dignità della persona umana che neppure Dio può assolutamente tollerare. Eppure per millenni ha dominato la scena sociale del mondo intero. Ed anche nei nostri tempi che si autodefiniscono civili sussistono tuttora forme non troppo larvate di schiavitù. Nella sura due del Corano si dice testualmente: “Ordinammo agli angeli di adorare Adamo e l’adorarono. L’orgoglioso Eblis si rifiutò di obbedire e fu nel novero degli infedeli”.

Strano come mai Maometto si sia dimenticato che anche lui tante volte ha dichiarato che l’adorazione spetta solo a Dio. Adamo, nobilissima creatura di Dio, non aveva alcun diritto di essere adorato. La vergognosa piaga della schiavitù si è diffusa presso tutti i popoli compreso quello ebraico prediletto da Dio. Io resto ammirato di fronte ai dieci comandamenti, ma non posso nascondere la mia meraviglia nel notare che in essi manchi un’espresso divieto di questa vergogna dell’umanità che è la schiavitù tanto che talvolta nascono in me seri dubbi sulla loro origine divina. Subito dopo i primi tre comandamenti che riguardano l’onore dovuto a Dio avrebbe dovuto esserci la più solenne condanna della prassi schiavista.

Lo schiavo non era un uomo con tutti i suoi inviolabili diritti, ma era considerato solo come una res, una cosa di assoluta proprietà del padrone il quale poteva adibirlo ai lavori più umili e magari disfarsene a suo piacimento. Era un’usanza generalizzata presso tutti i popoli e specialmente presso i Romani. Tutti i prigionieri di guerra diventavano schiavi ed il loro numero crebbe a tal punto da superare l’intera popolazione. Nella predicazione di Gesù e nello stesso insegnamento di S. Paolo ci sono tutti i germi per la definitiva scomparsa del triste fenomeno e difatti presso i primi cristiani la schiavitù era stata praticamente abolita. Ma nello stesso tempo bisogna rilevare che non si è avuto il coraggio di contestare solennemente una prassi fin troppo radicata presso tutti i popoli tanto che anche presso i cristiani presto scomparve il primitivo atteggiamento e la schiavitù continuò ad imperversare fino agli inizi del novecento. Lo stesso S.Paolo consiglia gli schiavi ad ubbidire ai loro padroni e S. Pietro, scandalosamento, chiede agli schiavi di ubbidire “non solo ai padroni onesti e comprensivi ma anche a quelli perversi”. Possiamo dar torto a coloro che definiscono queste espressioni oppio dei popoli? I musulmani prendevano come schiavi i cristiani e questi facevano altrettanto con i musulmani. E quando nel secolo decimo sesto cominciò la vergognosa tratta degli schiavi africani che venivano stivati a migliaia sulle navi (oltre la metà morivano durante il tragitto) per essere adibiti nelle piantagioni americane da Portoghesi, Spagnoli, Francesi e Inglesi, non mi risulta che ci sia stata una sola chiesa cristiana che abbia gridato allo scandalo. E non è affatto vero quanto dichiara Leone XIII che attribuisce alla Chiesa Cattolica il merito dell’abolizione della schiavitù. I primi fermenti di contestazione si ebbero agli inizi del novecento in Inghilterra e solo nel nel 1817 a Cuba fu espressamente vietata l’importazione di schiavi e la legge fu amanata subito dopo anche negli Stati Uniti. Si può dire ora che la schiavitù è definitivamente scomparsa? Purtroppo io sono convinto che sotto varie forme la schiavitù continua a sussistere anche presso alcune nazioni cattoliche. Nel Perù per esempio, dopo cinque secoli di predominio cattolico, resistono tuttora forme chiare ed evidenti di schiavitù ed i cattolici non hanno il coraggio di ribellarsi ad un simile stato di cose.

Alcuni anni fa sono stato invitato ad una riunione che si teneva nella mia parrocchia di S. Antonio. Un giovane era rientrato proprio dal Perù e fece la sua relazione. Raccontò che proprio mentre lui si tratteneva presso la missione di un sacerdote nostro compaesano si presentò un ragazzo di dodici anni che era scappato dal suo padrone che l’aveva riacciuffato e gli aveva tagliato e bruciato i piedi. Si era presentato alla missione con i soli monconi dei piedi. Fu curato amorevolmente, ma nessuno si preoccupò di denunciare l’autore del misfatto alle legittime autorità o di riempirlo di botte come meritava. Un altro giovane bellissimo di sedici anni era scappato anche lui dal suo padrone ed aveva trovato lavoro presso la stessa missione. Ma è stato costretto a rientrare alle dipendenze del padrone che nel frattempo aveva incatenato il padre, la madre, i fratelli e le sorelle per costringerlo a tornare indietro. I bambini di pochi anni sono costretti ad andare nel vicino bosco la mattina presto per fare la legna per il padrone. Ci si scandalizza per il fatto che Sendero Luminoso si ribella nel Perù e commette molti delitti. Io sono contro ogni forma di violenza, come vuole il vangelo,ma vi confesso che se vivessi nel Perù forse dovrei sforzi sovrumani per vincere la forte tentazione di aderire a quel movimento rivoluzionario. Certamente non me ne starei a predicare la pazienza.


Autore : Antonio Corsello

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