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Corriere di Gela | Una frana quarantenne
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notizia del 18/01/2003 messa in rete alle 00:22:19
Una frana quarantenne

Nel 1963 andai ad abitare in una casa di via Ettore Romagnoli, che era considerata dai cittadini la più bella via del paese. Era conosciuta anche come la “stradella di Aldisio”, per la villetta dell’on. Salvatore Aldisio.
Era una via abitata da persone che oltre ad avere la casetta avevano piccoli giardini prospicienti sul mare e l’odore di fiori e della zagara si espandeva in tutto il percorso, che aveva un panorama invidiabile con vista su tutto il golfo di Gela.
C’era anche una deliziosa fontanella pubblica, presso cui andavano ad attingere acqua gli abitanti del quartiere “locu baruni” sito a ridosso di detta strada, poichè l’acqua era buona e Gela ha avuto sempre scarsità di acqua potabile.

Un bel giorno, nel 1966, la fontanella crollò, ed allora l’amministrazione comunale dichiarò la zona franosa, ordinando agli abitanti della zona sud della via di andare via.
Doveva essere una cosa provvisoria e ricordo con quale dolore i proprietari delle case andarono via in attesa che il comune o il genio civile provvedessero a fare un “paraterra” ed eliminare le infiltrazioni di acqua e fognatura che determinavano la pericolosità della zona. Nulla da parte delle amministrazioni comunali succedutesi si fece e quelle case abbandonate divennero ricettacolo di vandali e drogati nonchè dei gabinetti pubblici. Sono passati quarant’anni circa da quell’evento che portò alla dichiarazione di pericolosità di quella zona e le varie amministrazioni comunali che cosa hanno fatto?
Ricordo che alcuni anni dopo vedendo scorrere a cielo aperto la fognatura, l’amministrazione comunale dell’epoca mandò dei camion pieni di terra per “nascondere” la fognatura, il cui odore nauseabondo si faceva sentire anche da lontano.

Allora alcuni abitanti del quartiere pensarono bene di gettare i loro rifiuti in quel posto; da quel momento la più bella strada di Gela è divenuta anche un immondezzaio.
La frana che alcuni giorni fa nella stessa strada ha coinvolto un pò la cosiddetta “casina Polizzi”, non è altro che la continuazione della frana che circa quarant’anni fa avrebbe potuto essere eliminata con un “semplice paraterra” o muro di sostegno, come fecero i cappuccini, a difesa del loro convento, proprio negli anni ‘60. Quando ci scapperà il morto allora forse le autorità preposte si muoveranno?
O forse la vera frana sono le istituzioni preposte incompetenti o inefficienti?


Autore : Rosa Maganuco

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