Corriere di Gela | Il caso dei due marò,una pagliacciata all’italiana

Il caso dei due marò,una pagliacciata all’italiana

Chi ha un minimo di amor di patria, da Palermo a Bolzano, non può che sentirsi indignato e offeso dalla decisione del governo Monti (forse il più nefasto dal dopoguerra) di rimandare i 2 marò italiani in India, nella tana del lupo.

Quando qualche giorno fa, esattamente l’11 marzo, era stato annunciato dal Ministro degli Esteri Giulio Terzi che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sarebbero rimasti in Italia, quasi non credevo alle mie orecchie. Non pensavo che l’Italia avrebbe saputo fare rispettare i propri diritti nel rispetto delle leggi internazionali che gli indiani avevano più volte violato.

Ma era troppo bello per essere vero. E’ bastato che il governo indiano alzasse la voce e violasse ancora il diritto internazionale, privando di fatto della libertà il nostro ambasciatore a New Delhi Daniele Mancini, per fare calare i pantaloni a tutto l’esecutivo Monti che con una decisione davvero infelice, ha ritrattato quella presa appena pochi giorni fa, e rispedito in India i nostri soldati, il cui destino appare ora sempre più incerto, se non addirittura tragico.

Non vedo infatti cosa ci si possa aspettare di buono dall’India, un Paese che ha disprezzo delle convenzioni internazionali e che sa oltretutto come nel conflitto diplomatico con l’Italia possa avere gioco facile.

Non a caso il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, irritato dall’irresponsabilità dei nostri politici, ha detto chiaramente che siamo di fronte ad una “farsa”. D’altra parte, ridicola ed irritante è apparsa pure la dichiarazione del sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura che dopo la “vergognosa marcia indietro” ha dichiarato: “La parola data da un italiano è sacra”.

Davvero un triste spettacolo quello offerto dal nostro governo al mondo e ai nostri partner europei, che fra l’altro si sono guardati bene dal fare fronte comune con il nostro Paese, a dimostrazione di come questa Unione Europea dei burocrati e dei finanzieri sia solo un’idea – magari bella – ma ancora lontanissima da una vera e compiuta realizzazione. Certo è che paesi come l’Inghilterra, la Francia o la Germania mai avrebbero ceduto ai ricatti dell’India, e mai avrebbero rimandato i propri uomini indietro. In quanto alla nostra discutibile condotta, molto meglio sarebbe stato se i 2 marò alla scadenza del mese di licenza sarebbero rientrati nel paese asiatico come era negli accordi.

Adesso invece si aprono scenari davvero imprevedibili. D’altronde non ci può confortare la promessa del ministro della giustizia indiano Salman Khurshid secondo la quale i 2 marò non corrono il rischio della “pena capitale”.

E se questo “tribunale speciale” che l’India – non si sa ancora bene sotto quale giurisdizione – condannasse Latorre e Girone al carcere a vita? Potremmo essere tranquilli e soddisfatti? Non dimentichiamo che la gravissima accusa contro i nostri uomini è quella di avere ucciso 2 pescatori indiani. La verità è che Latorre e Girone sono stati sacrificati alla logica spietata degli interessi finanziari, dato che la minaccia da parte del primo ministro indiano Sonia Gandhi di interrompere gli scambi commerciali con l’Italia avrebbe causato al nostro Paese una perdita di oltre 8 miliardi di euro.

E questo è poi in definitiva il grande dramma della contemporaneità: porre gli interessi economici prima di ogni cosa, anche prima dell’uomo, dell’ambiente, di qualsiasi forma di solidarietà fra i popoli. Ma questo non ci porterà lontano.

Autore : Gianni Virgadaula

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