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Corriere di Gela | A proposito del nuovo pontefice/Convivenze impossibili
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notizia del 02/04/2013 messa in rete alle 21:06:56
A proposito del nuovo pontefice/Convivenze impossibili

Scrive sul Corriere della settimana scorsa Gianni Virgadaula: «Credo però che andranno delusi tutti coloro che intravedessero in questo papa colui che aprirà ai matrimoni gay, o all’adozione di bambini a coppie dello stesso sesso, o ancora alle donne sacerdote e via dicendo. Queste sono e rimangono strade impercorribili che nessun pontefice potrà mai intraprendere e che nessun cattolico dovrebbe mai assecondare o incoraggiare, e lo dico consapevole che queste mie frasi scateneranno l’ira di molti».

Gianni è riuscito scatenare non la mia ira, ma il mio dissenso. Troppo apodittico e troppo sicuro di sé, come quella enorme massa di giornalisti super cattolici, che stanno li, come i quattro Viventi dell’Apocalisse, a dire sempre Amen a tutte le dichiarazioni della gerarchia. Io ho sempre nutrito poca stima di quei cattolici troppo cattolici incapaci di esprimere un solo pensiero che sia in disaccordo con quello della gerarchia.

Gianni ha dimenticato che il Concilio Vaticano II ha esaltato la funzione del popolo di Dio all’interno della Chiesa. Questa finora è stata rappresentata solo dalla gerarchia, mentre il popolo di Dio ne resta ai margini. Ma i tempi cambiano. Non si è accorto Gianni, per esempio, che l’elezione di papa Francesco è la solenne rivincita della teologia della liberazione, proprio quella teologia maldestramente condannata da Giovanni Paolo II? Il popolo di Dio ha ben il diritto di dire la sua all’interno della Chiesa ed ha anche il diritto di criticare l’operato della gerarchia che lungo il corso dei secoli ha commesso errori gravissimi. Basterebbe citare che per secoli i papi si sono sentiti re dell’universo, che per secoli la Chiesa ha torturato e bruciato vivi gli eretici e che fino al secolo scorso alcuni papi hanno dichiarato di non poter concedere la libertà di coscienza e di religione.

Il cammino autentico della Chiesa è stato tracciato da uomini che si chiamano Don Milani, Don Mazzolari, Padre Balducci, il cardinale Pellegrino, il cardinale Martini le cui voci spesso erano fuori dagli schemi e non concordavano con le dichiarazioni ufficiali della Chiesa.

Proprio queste voci hanno fatto bene alla Chiesa più di quanto non le facciano le vane incensazioni di giornalisti super cattolici. Prima di prendere la decisione di abbandonare il sacerdozio volli andare a confessarmi col Cardinale Pellegrino. Contrariamente al Vaticano che in quei tempi aveva orchestrato una indagine truccata sul matrimoni dei preti, il cardinale Pellegrino volle fare un’inchiesta seria nella sua diocesi e ne pubblicò il risultato:la maggioranza del clero era favorevole al matrimonio dei preti. Il vaticano ci rimase male e non mancò di dichiararlo apertamente. Appunto per questo volli andare a confessarmi da lui. Il cardinale mi intrattenne per quasi tre quarti d’ora. Alla fine mi disse: «Figlio mio, stando così le cose hai il diritto e il dovere di andartene via. La Chiesa ancora non ha capito il problema; lo capirà col tempo. Se hai bisogno vieni da me». Alla mia obiezione che mia madre ne sarebbe morta per il dolore, mi rispose: «Tua madre si santificherà di più con queste lacrime, ma tu pensa all’anima tua».

Ho cinque lettere di quel cardinale. In una mi chiede una copia del libro che avevo scritto. Dopo pochi giorni mi mandò un assegno di trecentomila lire. Di quel cardinale conservo gelosamente alcune interviste nelle quali egli si rivolge con forza al papa chiedendogli di modificare le leggi del celibato ecclesiastico. Posso essere anche d’accordo per non concedere un bambino in adozione ad una coppia di gay, ma negare il matrimonio ai gay è qualcosa che stride con la sana ragione umana.

Il papa può e deve concedere il matrimonio ai gay. Se la natura, che è figlia di Dio, li ha creati in quel modo nessuno al mondo ha il diritto di negarglielo. Finora la Chiesa per secoli ha perseguitato ed emarginato gli omosessuali e questo certamente non le fa onore.

L’atteggiamento della Chiesa risulta di estrema incoerenza. Su che cosa si basa? Su una bestemmia di Mosè e sulla condanna solenne di Sa Paolo. Ma Mosè stabilì la pena di morte per gli omosessuali, mentre la Chiesa si scaglia velenosamente contro i Pacs di Spagna e i Dico della cattolica Rosy Bindi, senza chiedere, come dovrebbe, la pena di morte. Somma incoerenza.

Riguardo al sacerdozio alle donne ed a tutte le altre strade impercorribili dal pontefice io consiglierei Gianni Virgadaula di non essere così apodittico e saper aspettare i tempi che matureranno. La Chiesa è indefettibile, è sancta simul et peccatrix e come per il passato ha superato tempi e tempeste molto più gravi, Iddio saprà condurla verso vie sempre più perfette.


Autore : Antonio Corsello

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