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Corriere di Gela | Alcune precisazioni quattro anni dopo...
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notizia del 10/07/2011 messa in rete alle 21:00:03
Alcune precisazioni quattro anni dopo...

Solo ora, dopo quattro anni, ho letto per caso su Internet un velenoso scritto contro di me da una certo Mirko Gelous che mi piacerebbe conoscere personalmente. Egli ha scritto: “Ma lo sapevate che dove c’è quel cubo una volta c’era una chiesa? E’ stata barbaramente demolita (abusivamente) con una ruspa da un cittadino gelese/non gelese. Certamente che lo sapevo: è il mio quartiere. Ora rimane una lesena con un capitello corinzio e cornicione. Cué? Come fa un cittadino a demolire con una ruspa una chiesa? Il cittadino che l’ha distrutto è stato Antonio Corsello”.

Un ammasso di inesattezze. Complimenti!

Tra il Convento S. Agostino e il teatro comunale c’era una volta la chiesa di S. Lucia poi completamente demolita. La statua di santa Lucia (con relativi introiti) piuttosto che nell’attigua chiesa di S. Agostino è stata portata nella chiesa Madre e il comune asportò il bel portale in pietra della facciata (a proposito, dove è andato a finire?). Alla fine c’erano rimasti solo alcuni muri pericolanti e il tetto non c’era più. La ex chiesa era diventata orinatoio e gabinetto ad uso privato come si evince dall’acclusa foto da me scattata. Era un vero schifo. Io ho noleggiato una ruspa ed ho abbattuto i ruderi mettendo in comunicazione la piazza S. Agostino con la via di Porta Vittoria anche perché dall’altra parte della chiesa c’era una casetta di proprietà del convento. Mentre si svolgevano i lavori sono intervenuti il sindaco con l’ingegnere capo del comune i quali non hanno potuto fare altro che constatare l’utilità dell’iniziativa ed approvarla.

L’insipienza degli amministratori locali piuttosto che praticare una ampia strada tra la piazza e la Via di Porta Vittoria vi hanno collocato una assurda ed inutile scalinata ed ora per ultimo hanno aggiunto al centro della scalinata quello sgorbio di una specie di casamatta con sopra una terrazzina sulla quale non va mai nessuno ma dalla quale si può godere il magnifico panorama che offre la via di Porta Vittoria. E’ di questo che dovrebbe lamentarsi l’anonimo estensore del messaggio che non ha avuto il coraggio di presentarsi con nome e cognome. Purtroppo spesso siamo costretti a rilevare che siamo amministrati da persone incompetenti. Bisognerebbe chiedersi che significato ha la Via Cairoli e il Corso Vittorio Emanuele a partire dall’Educatorio costruiti con pietra sbalzata. Lo hanno fatto per rendere difficoltosa e ballerina la circolazione delle macchine. E ci sarebbe ancora da chiedersi perché hanno rovinato la piazza antistante la parrocchia di S. Antonio con quell’ammasso di panchine tutte rotte e accatastate.

L’anonimo estensore del messaggio mette in evidenza che io non sono gelese. Si è vero, ma sono a Gela dal 1952 e per la città, che amo quanto e più di molti gelesi, ho fatto molto di più di quanto non abbia fatto il fantomatico Mirko Gelous. Non guasterà un piccolo elenco dei miei meriti. Ho fondato il Circolo e L’Unione Sportiva S. Agostino che partecipava ai campionati federali di Calcio, Pallacanestro, Atletica Leggera e Nuoto. Abbiamo vinto in maniera spettacolosa il campionato di seconda divisione tanto che il Corriere dello Sport di Roma definì la Sant’Agostino “la reginetta del calcio Siciliano”. Sono stato Assistente diocesano delle Acli ed ho fatto tante battaglie per la classe operaia. Con seicentomila lire, che allora erano una enorme somma, ho sovvenzionato ben 36 corsi popolari comprando i libri per gli alunni.

Abbiamo concesso centinaia di licenze elementari e moltissimi di quegli alunni sono entrati all’Anic per merito del sottoscritto. Poi ho abbandonato il ministero sacerdotale ma con un libro ne ho spiegato i motivi per cui sono orgoglioso della mia scelta anche se alcuni non la condividono. Ho fatto tante battaglie per migliorare la vita dei facchini che lavorano dentro lo stabilimento, ho creato il sindacato Sicid a favore dei disoccupati, scrivo spesso sul Corriere di Gela, ho aperto un blog su internet (antoniocorsellowindowslive), resto figlio devoto della Chiesa ma ne contesto le lacune. Tutto perfetto? Assolutamente no. Ho compiuto 87 anni ed ho le valigie pronte per l’altra vita. Tutto sommato però posso avere la coscienza tranquilla e posso dire con S. Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho finito la corsa, ho mantenuto la fede”.


Autore : Antonio Corsello

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