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Corriere di Gela | I fuochi della Madonna
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notizia del 21/07/2005 messa in rete alle 20:55:07
I fuochi della Madonna

C’era un’intera città ad aspettare i fuochi della Madonna. Migliaia e migliaia di macchine. Qualcuno si é stancato di aspettare e se ne é andato a dormire, ma la gran parte ha avuto la pazienza di aspettare fino alle due di notte per vedere fuochi che sono durati pochi minuti. Una delusione generale. Ne valeva la pena? Assolutamente no. Ci vuol molto a capire che sparare i fuochi a quell’orario é una vera e propria aberrazione? Se ricordo bene alcuni anni fa l’ora dei fuochi si é protratta alle ore quattro del mattino e questo solo per aspettare che finisse il concerto che si esibiva in piazza. A quell’ora già i contadini cominciavano a recarsi in campagna. Un’assurdità! Bisogna onestamente riconoscere che l’esempio di Gela non é isolato: presso qualche altra città si aspettano le ore piccole per sparare i fuochi. Ma mi chiedo: i bambini non hanno anche loro il diritto di assistere ai fuochi? Loro ne sarebbero felici più degli altri. Ho visto una bambina che, in attesa dei fuochi, sbadigliava vistosamente in braccio alla mamma. Ma alla fine non ce l’ha fatta più, costringendo i genitori a tornare a casa. Ma qual’é il motivo per cui si ritarda tanto l’accensione dei fuochi? Uno solo: bisogna aspettare che finisca l’interminabile processione della Madonna e questa possa rientrare nelle sua chiesa, quella dei Cappuccini.
E’ risaputo da tutti che i Gelesi nutrono una grande devozione alla Madonna delle Grazie, tenuta viva encomiabilmente dagli ottimi Padri Cappuccini. E’ naturale quindi che tutti abbiano il vivo desiderio di veder passare la Madonna dalla loro strada. E evidente anche che non é possibile accontentarli tutti. Commovente e pieno di significati il pio gesto di offrire i bambini alla Madonna. Ma non riesco a cogliere il significato di svestire i bambini davanti alla sua statua. Data la grande devozione alla Madonna diventa del tutto naturale che i fedeli vogliano farle le loro offerte. Sono un segno di gratitudine per le tante grazie ricevute per sua intercessione. Non riesco però ad approvare che tali offerte siano fatte in una maniera tanto spettacolare e pubblica. E’ chiaro che, dovendo consentire tante operazioni, la processione non finisce mai. Ma questa, vera processione non é: é solo una questua, un’incetta di offerte, esattamente come avviene in molte altre cosiddette processioni della città. Se non erro, alcune decine di anni fa, la Commissione Episcopale siciliana emanò un decreto col quale si stabiliva che le processioni non dovessero durare più di due ore. Ma nessuno osserva quel decreto né i vescovi protestano. Niente da fare: le feste costano e bisogna far soldi per mantenerle. Così però viene snaturato il significato delle processioni nelle quali i fedeli dovrebbero “procedere” pregando e cantando in onore della Madonna o dei santo.
Allora sì che le processioni sarebbero uno spettacolo di fede, come le processioni che si fanno in Vaticano. Anche a Palermo é commovente la processione che si celebra ogni anno in occasione del Corpus Domini.
Il corteo parte dalla Cattedrale e poi si snoda attraversando il Corso Vittorio Emanuele, via Maqueda e si conclude in Piazza Politeama. Quando i primi raggiungono questa piazza, ci sono ancora fedeli che escono dalla Cattedrale. Tutto si svolge nel massimo silenzio, anche da parte degli spettatori che affollano i marciapiedi. E la processione non é composta, come a Gela, da quei quattro bambini e dalle poche pie donne che si riesce a racimolare, ma principalmente da confraternite e da uomini. E’ un vero spettacolo di fede che ti emoziona e fa bene all’anima. Bisognerebbe imitarlo. Ma purtroppo c’é di mezzo un grosso ostacolo: le ragioni economiche che prevalgono su qualsiasi altra considerazione. Per tacitare la nostra coscienza e per consolarci le chiamiamo “pie tradizioni” che vanno rispettate e conservate. I fuochi, comunque, vanno accesi non oltre le undici. Se si ha un pò di buonsenso.


Autore : Antonio Corsello

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