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notizia del 09/01/2005 messa in rete alle 20:13:54
Consiglio comunale o Parlamento?
Quelle poche volte che ho seguito in diretta o alla tv i lavori del Consiglio comunale ho avuto la penosa impressione che qualche consigliere è ammalato di logorrea e approfitta del Consiglio comunale come passerella per mettere in mostra le sue capacità di facile eloquio. Ho paura che questa tentazione è tanto più forte dal momento che i lavori del consiglio comunale sono trasmessi in tv. Questa è una semplice constatazione, ma non vuole essere assolutamente una critica all’amministrazione che certamente ha fatto bene a far trasmettere in tv i lavori del Consiglio. Peccato che queste trasmissioni inducano qualche consigliere, proprio quelli che dovrebbero parlare di meno, a parlare di più, a sproloquiare. Proprio tra costoro c’è n’è qualcuno che parla un italiano approssimativo saltando continuamente da un concetto all’altro ed interrompendosi continuamente. Pause interminabili come quelle di Celentano. E non è solo questione di forma, ma di sostanza. Parlano, parlano, ma cosa dicono? Poco, molto poco perché manca la sostanza. Per esprimere quelle poche idee che vengon fuori, invece della mezz’ora basterebbero pochi minuti.
Vi confesso che quando assisto a simili spettacoli mi assale un sussulto di superbia. Li isti et istae cur non ego?
Ma ci vuole fortuna per essere eletti consiglieri. I meriti o le capacità contano poco, ci vuole una larga parentela ed una più larga clientela. E principalmente ci vuole una buona dose di furbizia nel condurre la campagna elettorale. Presentare un bel programma che resterà sulla carta e poi fare promesse a destra e sinistra, promesse poi che naturalmente resteranno lettera morta. Purtroppo spesso qui a Gela (e altrove) non si vota per la persona più competente, più meritevole e più onesta, ma per il parente o per l’amico degli amici dal quale ci si aspetta adeguati compensi, anche a danno del bene pubblico.
Se i cittadini, nel votare, antepongono interessi privati a quelli pubblici, non hanno poi il diritto di lamentarsi per le disfunzioni del Consiglio comunale o dell’amministrazione.
I lavori del Consiglio potrebbero essere molto più spediti e si potrebbero eliminare le attuali riunioni interminabili con l’inestimabile vantaggio di curare meglio i superiori interessi dei cittadini, interessi che dovrebbero sempre prevalere su quelli di partito. Perché una cosa è certa: noi cittadini onesti abbiamo scelto i consiglieri non per andare in Consiglio a difendere i propri interessi o quelli di partito, ma gli interessi preminenti della cittadinanza. E Gela ha tanto bisogno di risolvere i non pochi problemi che l’affliggono. Quando c’è di mezzo il bene comune, allora non c’è maggioranza o minoranza che tengano. Allora si impone l’unanimità.
Autore : Antonio Corsello
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