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notizia del 19/06/2011 messa in rete alle 19:22:24
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Manca un museo sullo sbarco del ‘43?
Eravamo al quarto anno di guerra e, nel 1943, gli italiani erano stanchi delle carte annonarie con cui si comprava cento grammi di pane a testa giornalieri, un po’ di carne che si mangiava soltanto la domenica, non c’era più caffè ne zucchero, mancavano i fiammiferi, si soffriva la sera l’oscuramento, tanti si facevano rivoltare i vestiti vecchi dai sarti, la notte il rombo degli aerei metteva a tutti l’incubo dei borbandamenti nemici.
Per acquistare un vestito, o un paio di scarpe nuove (d’intrallazzo) i gelesi si recavano a Catania, con mezzi di fortuna (mancava la benzina), dove si poteva comprare qualche genere di abbigliamento.
Il 10 Luglio 1943 avvenne di sorpresa lo sbarco notturno del marines nella spiaggia di Gela. Fu l’inizio della liberazione dal nazi-fascismo per l’Italia e l’Europa.
La guerra ci aveva ridotto alla fame e gli americani distribuirono subito farina, scatolette di carne e generi di abbigliamento attraverso il piano Marshall.
Per Gela e le altre città liberate cominciò una nuova vita. I gelesi che hanno più di 70 anni ricordano quel triste periodo, ricordano che gli americani portarono anche il ddt (e cessò subito la malaria in città) e distribuirono anche all’ospedale le prime fiale di penicillina, scoperta allora dagli Stati Uniti.
Gli americani sono stati con gli italiani sempre buoni amici. E questo è un bene ricordarlo. Il 10 luglio 1943 è un grande appuntamento e si ricorda con una solenne cerimonia cittadina quel fatidico sbarco.
Quello che colpisce però è che questa cerimonia viene organizzata ogni anno da un ente culturale locale. Il promotore invece dovrebbe essere il comune, che dovrebbe anche farsi carico di un museo cittadino con i ricordi di quel fatidico sbarco che spazzò via la dittatura nazi-fascista. Un museo come è stato creato da Anzio e a Salerno.
A Gela invece tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute non hanno mai pensato a creare un museo del genere e tale superficialità è indice di vergogna. Ci sono alcuni cittadini disposti a collaborare.
Come museo della memoria sullo sbarco americano del 10 luglio 1943 si potrebbe adibire l’ex edificio della “Dogana” posto sulla spiaggia accanto al pontile, edificio chiuso ed abbandonato da diversi anni.
È il caso anche di lodare alcuni studiosi che hanno pubblicato volumi sul famoso sbarco: Nunzio Vicino, Nuccio Mulè, Rosario Medoro, Virgilio Argento, Giorgio Romano ed altri.
Gli Stati Uniti sono stati buoni amici con l’Europa, accorrendo con coraggio al suo fianco nella prima e nella seconda guerra mondiale.
Alla manifestazione del 10 Luglio si accompagnerà anche un interessante mostra fotografica dello sbarco storico da parte del noto collezionista Franco Pardo, nei locali dell’ex palazzo ducale. Anche quest’anno la manifestazione a Gela verrà organizzata dal Kiwanis club locale.
Autore : Gino Alabiso
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