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Corriere di Gela | Una breve replica ad Antonio Corsello
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notizia del 17/10/2010 messa in rete alle 18:29:43
Una breve replica ad Antonio Corsello

Ringrazio Antonio Corsello per l'ampio e interessante articolo sulle "Feste religiose" ospitato dal "Corriere" della scorsa settimana e ispirato da un mio articolo precedente in cui, tra le altre cose, ponevo, come egli dice correttamente, «un nesso tra la depressione culturale ed economica delle nostre regioni e il permanere di discutibili tradizioni religiose appoggiate e finanziate da uomini politici interessati ad averne un ritorno elettorale».

Mi limito solo a precisare che nel mio articolo aggiungevo che si tratta di una tesi (peraltro non nuova: la sosteneva già Garibaldi, tanto per fare un nome) oggi corroborata da studi sulle nostre regioni effettuati con rigore scientifico anche da sociologi stranieri, e citavo un saggio ben preciso. Corsello poi mi consiglia di ammorbidire la mia "forte vena anticlericale", perché essa sarebbe "solo in parte giustificata". A questo proposito mi piacerebbe approfondire il discorso su questo giornale, non appena Corsello chiarisce in quali aspetti, a suo giudizio, il mio anticlericalismo sarebbe non giustificato. Per il momento mi limito a fare mio un passo di Ernesto Rossi (1897-1967), antifascista, membro del Partito d'Azione, coestensore con Altiero Spinelli del "Manifesto di Ventotene", anticlericale pugnace e tra i fondatori del Partito Radicale: «Io appartengo alla sparutissima schiera di coloro che credono ancora sia dovere di ogni uomo civile prendere la difesa dello Stato laico contro le ingerenze della Chiesa in Parlamento, nella scuola, nella pubblica amministrazione, e ritengono che quest’obiettivo sia, nel nostro paese, più importante di qualsiasi altro – politico, giuridico o economico – in quanto il suo conseguimento costituirebbe la premessa indispensabile per qualsiasi seria riforma di struttura: io sono, cioè, sulle posizioni di quello che la maggior parte degli esponenti della nostra sinistra democratica oggi definisce “vieto anticlericalismo” e “pregiudizio piccolo-borghese”».


Autore : Marco Trainito

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