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Corriere di Gela | La verità prima di tutto
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notizia del 05/05/2013 messa in rete alle 18:28:38
La verità prima di tutto

Con la buona pace dei miei fratelli di fede io cerco di appartenere a quella non numerosa categoria di fedeli che nella Chiesa non vedono solo luci e lati positivi trascurando le ombre e i lati negativi. E siccome io amo la Chiesa metto in rilievo anche i lati negativi perché desidero ardentemente che non abbiano a ripetersi.

Ai saccenti cattolici e preti che sono solo capaci di lamentarsi dietro le quinte rinnovo la proposta avanzata più volte senza che abbia avuto alcuna risposta. Vengano alla luce del sole ed organizzino un dibattito e mi spieghino:

1° Come mai per secoli la Chiesa ha commesso l’orrendo delitto di torturare e bruciare gli eretici.

2° Come mai Pio IX, Pio X. Leone XIII e Gregorio XVI abbiano condannato solennemente la libertà di coscienza e di religione.. Per quest’ultimo papa la libertà di coscienza era una follia che sgorgava dalla più fetida fonte dell’indifferentismo e condannandola come una lurida cloaca piena di vomito eretico.

3° Come mai per secoli fino ad ora la Chiesa continua a bestemmiare il nome santo di Dio definendo parola di Dio le mille bestemmie pur contenute nella Bibbia.

4° Prendere atto che l’elezione di papa Francesco equivale ad una solenne rivincita di quella teologia della liberazione maldestramente condannata da Giovanni Paolo II.

5° E’ vero o no che in Sicilia dal 1487 al 1732 il Sant’Uffizio condannò al rogo ben 201 cosiddetti eretici e 279 furono bruciati “in effigie” perché morti o fuggiti. E quando si organizzavano i cosiddetti autodafé per bruciare gli eretici nel piazzale antistante la cattedrale era una gran festa. Vi partecipavano tutte le congregazioni con relativi gonfaloni. Che spettacolo indecoroso! Ed era organizzato dalla Chiesa “mater et magistra”. Per adesso basta.

Se i cattolici non rispondono mancano ad un loro preciso dovere. Se riusciranno a convincermi li ringrazierò, ne loderò il Signore e ne farò pubblica ammenda. Proprio in questi giorni sto leggendo le vicende di Cagliostro nelle quali trovo non pochi elementi negativi per criticare le istituzioni ecclesiastiche. Alcuni anni fa un amico di Rimini mi accompagnò a visitare la rocca di S. Leo, un piccolo borgo in cima ad una montagna imprendibile dove si può visitare la prigione di Cagliostro. Ho visto il buco dove per molti anni è stato rinchiuso Cagliostro. Incredibile come si possa arrivare a tanta cattiveria. Non era una stanza ma un buco dove Cagliostro poteva appena muoversi. Per superstizione lo misero in quel buco d’inferno perché da una comune stanza non potesse evadere servendosi delle sue arti magiche. Il pavimento era costituito da roccia e in un angolo c’era un tavolaccio che avrebbe dovuto essere il suo giaciglio. Niente luce ma in un angolo una feritoia dalla quale si poteva vedere la chiesa nella speranza che questa visione lo potesse far rinsavire. Il cibo glielo calavano dal tetto. Ma nulla in effetti è stato fatto per ottenere lo scopo di convertirlo. Il fetore delle feci, l’oscurità perenne, e condizioni disagiate non potevano avere altro sbocco se non la pazzia. Rizzano le carni nel vedere tanta ferocia e tanta barbarie in uno stato che avrebbe dovuto essere l’ideale: lo stato pontificio.

Cagliostro scrisse al papa lettere commoventi di ravvedimento ma senza alcun risultato. Avrebbe potuto realmente ravvedersi santificandosi se la Chiesa si fosse mostrata con lui meno santa e più umana. Gli anni sono passati tra momenti di pentimento ed altri di parossistiche bestemmie. Nei momenti parossistici in cui si metteva a bestemmiare gli aguzzini pontifici intervenivano con calci e pugni riempiendolo di botte. Se vogliamo controbilanciare le malefatte di Cagliostro con quelle dei suoi aguzzini la bilancia sarebbe tutta a favore di Cagliostro. Negli aguzzini e nelle autorità c’è solo disumanità. Quando morì le sue ceneri furono disperse. Nel processo farsa intentato contro di lui si trovò la prova lampante della sua eresia perché non seppe rispondere quanti erano i sacramenti. Ma chi era Cagliostro? Un avventuriero esoterista, un imbroglione nato a Palermo nel 1743 e che aveva condotto una vita errabonda spesa tra imbrogli nelle varie corti europee e specialmente a Parigi. Fu condannato per eresia nel carcere a vita. Lo vogliamo ammettere che la vicenda di Cagliostro, la sua condanna e principalmente la sua spaventosa prigionia disonorano la Chiesa?

Solo una mente diabolica poteva inventare una simile prigionia. Dopo aver visitato la prigione di Cagliostro volli andare nella piazza centrale del borgo e volli leggere una lapide marmorea che ho trascritto ma che purtroppo ho smarrito. Diceva pressappoco così: «Nel 1797 le soldatesche pontificie al servizio di mala signoria abbandonarono precipitosamente la rocca restituendo la libertà ai cittadini. Le autorità posero. 1900». Anticlericalismo? Ma bisognerebbe chiedersi come mai l’anticlericalismo sia così diffuso proprio in quelle regioni che una volta facevano parte dello stato pontificio. Non sono pochi ad affermare che lo stato pontificio era uno di quelli gestiti molto male. E nello stato pontificio la gestione era affidata a uomini di chiesa. Dovremo vergognarcene! Alla luce di questi inquietanti episodi posiamo dire che la chiesa sia stata sempre sancta, mater et magistra?


Autore : Antonio Corsello

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