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Corriere di Gela | Il volto nuovo della criminalità
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notizia del 12/11/2007 messa in rete alle 18:29:47
Il volto nuovo della criminalità

Di notte bruciano e danneggiano ancora le auto, a Gela. E questo da diverso tempo. Perché? Esattamente è dagli anni Settanta che si verifica questo fenomeno ed il volto di Gela è cambiato nella stretta di una criminalità che non dà tregua agli abitanti.
Pensare che nella nostra città non ci sono boss carismatici (che sono stati da tempo arrestati), ma da giovani delinquenti che hanno imparato il mestiere dai pezzi da novanta.
Ho incontrato a Pisa e abbiamo a lungo parlato con un poliziotto trasferito nella città della torre, ma che conosce benissimo la “situazione” della nostra città, dove ha prestato servizio per diverso tempo.
Non vuole il suo nome sul giornale. Nel corso della nostra lunga conversazione lamentava tante cose e ricordava gli arresti, gli appostamenti, gli inseguimenti, le notti bianche per i servizi prestati, le sconfitte…
Effettivamente non tutti apprezzano il servizio della polizia e dei carabiniere, ma tanti di loro sono veramente degli eroi di cui sconosciamo il nome. Eroi stipendiati con pochi soldi, con mogli arrabbiate perché non li vedono mai, con i figli che quando rientrano in casa dormono già, con anziane madri che aspettano brutte notizie e pregano…
Raccontava questo poliziotto la sua esperienza a Gela (che del resto è analoga in tutta la Sicilia) nella lotta contro la criminalità, facendo nel servizio il proprio dovere per difendere i cittadini, nonostante gli ostacoli che ogni giorno che si ponevano davanti.
E tante volte – mi diceva – che tutti sembrano contro la Polizia, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, a cominciare da certe leggi. E c’è anche il rimpianto di chi per amore del proprio dovere non ha avuto il tempo di vedere crescere i propri figli…
Assurdo è a volte dover tirare fuori i soldi per la benzina dell’auto, altrimenti non si va da nessuna parte.
Poi manca l’aiuto dei cittadini che, pur pagando il “pizzo”, non parlano, non denunciano nulla alle forze dell’ordine, per timore di rappresaglia. E questo è molto grave – diceva il poliziotto – perché così facendo non si può venire incontro alla cittadinanza che lavora onestamente. Tutto ciò costituisce motivo di rabbia, di disagio, di contraddizioni, di dubbi, di speranze. A Gela – diceva ancora il poliziotto – occorrerebbero più elementi delle forze dell’ordine, per combattere la criminalità. I poliziotti, i carabinieri ce la mettono tutta nella speranza di onorare la fiducia che la gente ripone in loro, perché lottano quel cancro subdolo che va sotto il nome di criminalità mafiosa. Purtroppo tante persone tratte in arresto sono fuori, in città, libere dopo qualche giorno. Da ammirare sono numerosi gruppi di giovani che danno voce agli imprenditori e si ribellano al ”pizzo”. Ragazzi freschi, svegli, intelligenti, che hanno voglia di gridare con orgoglio la loro sicilianità. E concludeva il nostro poliziotto che “la lotta a Gela (e in Sicilia) sarà lunga e dura, ma alla fine vinceranno le forze dell’ordine e la gente onesta”.


Autore : Gino Alabiso

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