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Corriere di Gela | Intollerabile ignoranza
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notizia del 14/09/2008 messa in rete alle 18:26:34
Intollerabile ignoranza

Ho assistito l’altra sera alla trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro” nella quale si parlava del velo che le donne musulmane devono portare sul volto. Alla fine si è arrivata all’assurda conclusione che l’obbligo del velo non trae origine dalla religione ma da una libera scelta delle stesse donne. Quasi tutte le donne che hanno partecipato alla trasmissione e la stessa conducente hanno accettato questa conclusione. Falso! Anche in altre occasioni ho sentito esprimere le stesse idee. Si vede bene che nessuno di costoro ha letto il Corano che è il libro su cui si fonda la religione islamica. Ecco cosa dice la sura 24: “Ordina alle femmine di abbassare gli occhi… tengano coperto il seno… non lascino vedere il volto che ai loro mariti e parenti… non agitino i piedi in modo da lasciar travedere gli incanti che devono essere velati”. Sura 33: “Prescrivi alle tue spose, alle tue figlie e alle mogli dei credenti d’abbassare un velo lungo il loro volto”. Praticamente sono più osservanti le donne afgane che portano il burka anziché le altre che portano il chador, perché il Corano parla di “abbassare un velo lungo il volto” delle donne. Il chador copre solo in parte la testa e il volto. Spaventosamente disgraziata la sorte della donna nell’islam. Sura 4: “Se qualche vostra moglie è caduta in adulterio chiudetela in casa fino a che la morte consumi la sua mortal carriera. I mariti che abbiano a soffrire la loro disubbidienza possono castigarle e anche batterle”. Sura 2: “ Le femmine si contengano con conveniente decenza e i mariti abbiano sopra loro la preminenza”. In un’altra sura si prescrive che nel ripartire l’eredità ai maschi bisogna riservare il doppio delle femmine.
L’anno scorso la rivista Panorama ha diffuso una nuova edizione del Corano. Vi ho trovato delle manipolazioni molto significative,. Fra l’altro vi si trovano anche parole in perfetto italiano non tradotte (e non traducibili?): Karifuna, bani, rasul, alaraf, rusul, kafir, nabi etc. Nella sura 4,43 vi si dice: “O se siete usciti dai servizi igienici o avete pasticciato con femmine”. Una novità assoluta: pasticciare con femmine. La mia edizione del 1989 dice invece: “Se avrete soddisfatto ai vostri bisogni naturali o avrete avuto commercio con donne:” Mi pare molto più chiaro: Sura 5,31: “Come doveva coprire il sesso del fratello… e di nascondere i tristi avanzi di mio fratello… e di nascondere ciò che non deve essere visto di mio fratello”: Edizione 1989: “ Un corvo lo istruì sul modo di seppellire di suo fratello… e nascondere i tristi avanzi di mio fratello”. La differenza c’è e si vede. Sura 8,67: “Non compete a un nabi catturar prigionieri fino a che non avrà debellato in terra tutti i kafiruna”. Edizione 1989: “Nessun profeta non ha mai fatto prigionieri che dopo aver versato il sangue di gran numero di nemici”. Mi pare evidente il tentativo di edulcorare la terribile sentenza che ispira Bin Laden e i Kamikaze. Sura 18,25: “Rimasero sepolti 309 anni nella loro Al-kahf. Conferma: il Dio sa meglio di tutti noi quanto tempo essi vi restarono”. Edizione 1989: “I fanciulli dimorarono 307 anni nella caverna”. Sura 24,31: “Non mostrino i loro ornamenti… si coprano con i veli del capo entrambi i seni, non facciano mostra di ornamenti femminili che ai mariti”. Edizione 1989: “Non mostrate dei loro corpi che quanto deve necessariamente apparire… tengano coperto il seno. Non lascino vedere il volto che ai loro mariti”.
Anche qui mi pare che ci sia una poco onesta manipolazione. Quale peccato si commette nel mostrare gli ornamenti femminili?
Da sempre c’è chi fa sfoggio della sua cultura citando celebri frasi latine. Più volte ho constatato che perfino al tv si commettono grossi strafalcioni in queste citazioni. Giorni fa lo stesso berlusconi ha citato la seguente frase latina: “Simul stabunt aut simul cadunt”. Ma la frase giusta è: “Simul stabunt aut simul cadent”. Ora nella stessa tv ho sentito questa frase: “Pecunia non loquet”.
Ma la frase giusta sarebbe: “Pecunia non loquitur”, perché il verbo loquor è deponente della terza coniugazione e quindi il presente indicativo terza persona è loquitur. Ma anche questa dizione è errata perché la frase enunciata dall’imperatore Vespasiano è “Pecunia non olet”. L’imperatore aveva costruito a Roma degli orinatoi a pagamento e quando gli portarono i primi introiti qualcuno gli fece osservare che quell’operazione non era del tutto decente.
L’imperatore prese i soldi e disse. “Il denaro non fa puzza”. Purtroppo il latino è in decadenza, ma dagli operatori della televisione abbiamo il diritto di sentire citazioni latine esatte.


Autore : Antonio Corsello

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