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Corriere di Gela | Le bruttezze del centro storico
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notizia del 04/01/2006 messa in rete alle 18:20:51
Le bruttezze del centro storico

Alcuni anni fa fu emanata una legge che imponeva ai comuni il dovere di salvaguardare le bellezze del centro storico. Giusto. Per convincersene basta visitare, in Sicilia, alcuni centri nei quali sono rimaste intatte le antiche vestigia: Erice, Taormina, Noto, ecc. Fuori Sicilia i centri storici ben conservati non si contano. Formano una forte attrazione per turisti anche esteri. Quello però che non riesco a capire è che a Gela oltre che conservare le bellezze del centro storico (non sono molte, ma ce ne sono), si tende a conservare anche le bruttezze. E non sono poche. Fate una passeggiatina, per esempio, in via Mallia, via Rossini, Via San Nicola, Canalazzo e vicinanze. Case fatiscenti, panciute, costruite con gesso che trasuda umidità da tutte le parti e che hanno bisogno di essere puntellate perchè minacciano di crollare da un momento all’altro. Cosa c’è in queste case che meriti di essere conservato? Nulla, assolutamente nulla. Non c’è niente di bello e niente di storico. Sono il triste ricordo di un passato di miseria che non hanno assolutamente nulla di artistico che valga la pena di conservare per i posteri.
Proprio nel centro si sta ricostruendo una casa che minacciava di crollare. Si sta rifacendo l’interno, ma la facciata non si tocca! Quella facciata non ha nulla che meriti di essere conservato. Mi diceva un muratore esperto: “gli operai che lavorano in quella casa sono continuamente minacciati proprio dal crollo di quella facciata. Qualunque restauro è perfettamente inutile oltre che dispendioso”. Mi chiedo: i responsabili del comune si rendono conto del pericolo al quale vanno incontro i lavoratori? Ma le leggi sono proprio così intoccabili e immodificabili? No, le leggi vanno corrette, quando è necessario. Si dice pomposamente che le città devono essere costruite a misura d’uomo. Questo principio ha avuto valore per il quartiere di Macchitella, ma non certamente per Caposoprano, un quartiere dove si è rifugiata l’elite di Gela, ma un quartiere senza verde, un ammasso di cemento, dove non c’è prospettiva anche di una piccola villa con campi di calcio, di pallacanestro e con giochi per bambini. I giovani non sanno e non possono far altro che bivaccare in via Palazzi e magari davanti a casa mia costringendomi a chiudere la finestra per non sentire i loro schiamazzi che mi impediscono di sentire la tv, di ricevere una telefonata e magari parlare con mia moglie. D’inverno non dispiace, ma in estate sono guai.
Si farebbe ancora a tempo a rimediare a questi inconvenienti utilizzando lo spazio tuttora libero a sud di via Indipendenza. Ma forse c’è il vincolo archeologico. Questo vincolo è stato superato concedendo delittuose licenze di costruzione a privati cittadini. Ma se c’è veramente quel vincolo archeologico, cosa si aspetta per scoprire quei tesori archeologici che la zona tuttora tiene nascosti? Non possiamo tollerare ancora questo abbandono e questa trascuratezza. Si facciano urgentemente i lavori necessari, si facciano intervenire, se necessario, le ruspe, si scoprano una buona volta questi tesori e si restituiscano alla fruizione dei cittadini le zone che risultassero libere. L’archeologia non può pesare eternamente sui diritti dei cittadini di Gela. Se c’è l’archeologia preventiva, cosa si aspetta ad utilizzarla anche a Caposoprano per scoprire una buona volta questi tesori nascosti? Scrivevo oltre dieci anni fa proprio sul Corriere di Gela: “Una speculazione che non ha tenuto in nessun conto le esigenze dei nuovi insediamenti urbani: asili, verde pubblico, spazi vuoti per il parcheggio delle macchine, etc. Si capisce, dirà qualcuno, si tratta di quartieri abusivi. Ma no! Andate a vedere il nuovo quartiere di Caposoprano nel quale le case sono state costruite con tanto di licenza edilizia. Un quartiere nuovo costruito però con mentalità vecchia. Via Tamigi, via Italia: un ammasso di cemento dove gli alti costi delle aree fabbricabili ha fatto dimenticare che la misura d’uomo avrebbe richiesto di mettere un pò di verde accanto alle case. Dove dovrà sorgere la villa e i campi di gioco per giovani e bambini? Dovranno forse continuare ad ammucchiarsi in via Palazzi? O dobbiamo costringerli ad evadere nel maledetto mondo della droga?”
Quelle domande attendono tuttora una risposta.


Autore : Antonio Corsello

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I Vostri commenti
sono d'accordo sulla tua opinione il centro storico è allo stato di abbandono vengono buttati soldi per cose inutili invece di investirli in cose utili cioè recuperare il centro storico con le sue bellezze con questo sindaco gela è allo stato di abbandono nessuno nota queste cose in quando gela potrebbe dare la sua bellezza al turismo io sono un cittadino gelese ma mi vergogno di questa gittà che per colpa dei politici che pensano solo hai loro interessi è non pensano alla loro città

Autore: Emanuele Paternò
data: 05/01/2006
Sono capitato più volte a GELA e leggo con piacere, che ci sono delle persone che si preocupano della propria Città, non si direbbe possibile vedendo lo stato di abbandono di questo, storicamente importante, centro urbanistico. Mi permetto quindi questa testimonianza; io sono fiorentino, abituato psicologicamente, a salvaguardare le testimonianze nobili del nostro passato, e GELA?...... non ha forse altrettanto motivo? ha conservato e conserva ben poco (a parte gli importanti reperti archeologici, tra l'altro PER NIENTE VALORIZZATI), nell'attuale centro storico; quel po' che resta dell'affascinante barocco, è completamente abbandonato a se stesso ma quel che è peggio, l'aver permesso di costruire orrende infrastutture che niente hanno a che fare, come dice appunto

Autore: Mauro M.
data: 07/02/2006
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