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Corriere di Gela | In Chiesa Madre statue e non tele
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notizia del 22/03/2003 messa in rete alle 18:20:58
In Chiesa Madre statue e non tele

Sulla sostituzione delle statue dei santi con delle tele effettuata nella chiesa Madre, vorrei ricordare che il parroco Don Franco Capici, che officiò la chiesa Madre fino alla sua morte (avvenuta nel 1937), seguendo il pensiero di San Gregorio Magno che attribuiva grande importanza all’arte figurativa specie per gli illetterati, alle pitture preferiva le statue perché queste hanno maggiore evidenza figurativa ed esercitano maggior influenza sulle menti e nei cuori dei fedeli, specie sul popolino.
Alle statue i terranovesi dedicavano un culto particolare, come per quelle del Bambino di Praga e della Santa Liberata, nella chiesa di Sant’Antonio Abate, allora meta di pellegrinaggi dei fedeli provenienti dai paesi vicini, come Butera, Licata, Vittoria e specialmente Niscemi.
Il parroco Capici portò le statue nella Chiesa Madre, come quella di Santa Teresa del bambino Gesù e quella di Santa Lucia, proveniente da San Giacomo. Sempre dalla chiesa di Sant’Antonio Abate (quando cessò di funzionare) trasferì la struttura della grotta di Lourdes.

Oggi tale struttura, con le statue della Madonna e Bernadette, sono scomparse così come la bella balaustra dell’altare maggiore, frutto di grandi sacrifici dei nostri avi. La corona della Madonna in argento era stata donata dal vescovo mons. Sturzo. C’erano anche la statua di Santa Cecilia e di Santa Caterina. Quest’ultima alla fine degli anni ‘50 si portava in processione il 4 ottobre insieme a quella di San Francesco d’Assisi. Di tutte queste statue solo quella di Santa Lucia viene esposta nel triduo il 13 dicembre. E’rimasta invece la statua di Santa Liberata, che però richiama pochi fedeli. Le “belle” tele dipinte attirano i fedeli, oppure erano più efficaci le statue? Dovremmo ricordarci che presso la chiesa dei Cappuccini si venerava la Madonna degli Ammalati, copia di un quadro miracoloso di Agira, ma i fedeli preferirono avere la statua, che ancora oggi si porta in processione per le strade di Gela, il 2 luglio.


Autore : Rosa Maganuco

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