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Corriere di Gela | Quale futuro per Gela?
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notizia del 11/03/2007 messa in rete alle 16:47:03
Quale futuro per Gela?

In questi ultimi tempi si è molto parlato del futuro di Gela e sono fioccate varie proposte e dichiarazioni. C’è chi ha affermato che il futuro di Gela non può essere l’industria, c’è chi in alternativa ha prospettato lo sviluppo turistico della città, c’è chi ha contestato l’utilizzo del pet coke perché produce inquinamento e c’è perfino chi ha proposto sic et simpliciter la chiusura dello stabilimento petrolchimico.
Io non faccio nessuna fatica ad ammettere che non posso fare sfoggio di una particolare competenza come fanno altri. Sono semplicemente un uomo della strada e confesso di essere cocciutamente affezionato alle mie idee, felicissimo di poterle confrontare con quelle degli altri, ma ci penso due volte prime di convincermi che gli altri abbiano veramente ragione. E’ un male, lo so, ma non ci posso far niente. Questi sentimenti mi hanno portato ad assumere posizione di critica anche nei confronti della gerarchia cattolica. Educato al dovere della più assoluta obbedienza nei loro confronti, ce n’è voluto di coraggio per riappropriarmi di quella libertà che Cristo ci ha donato. Tergiversazioni, ripensamenti, notti insonni, ma alla fine libertà ha trionfato. Uguale libertà mi concedo nei confronti della politica. Mi astengo dal parlare di politica nazionale: in quel campo il mio pensiero non conta niente. Ma nella politica spicciola, quella locale non intendo rinunziare a dire la mia. E con forza e con rabbia affermo che sono pazzi incoscienti tutti coloro che hanno proposto la chiusura dello stabilimento petrolchimico. L’incredibile proposta viene da parte di pseudo ambientalisti preoccupati, dicono, dell’inquinamento marino ed atmosferico provocato dallo stabilimento. Di questo comincerei a preoccuparmi se i proponenti fossero anche loro disoccupati. Invece tutti godono di lauti stipendi. E allora togliamo loro questi stipendi e poi vedremo se continueranno a dire certe fesserie.
Nessuno di noi è affezionato allo stabilimento, nessun di noi ama l’inquinamento, ma pare che sia un male necessario, almeno finché non viene eliminato. La chiusura sarebbe un disastro per la città di Gela: verrebbero a mancare migliaia di posti di lavoro e l’economia dell’intera città andrebbe allo sfascio. Tutti i lavoratori dello stabilimento sanno bene di essere esposti al pericolo, ma non ce n’è uno solo che sia disposto a perdere il posto di lavoro. Prima quindi di fare queste pazzesche proposte bisognerebbe trovare immediatamente un lavoro alternativo per tutti i lavoratori dello stabilimento compreso l’indotto. Questi maestri saccenti e presuntuosi propongono l’alternativa ridicola dello sviluppo turistico. Entro quanto tempo potrebbe verificarsi questo fantomatico sviluppo turistico? Ma cosa può offrire di bellezze naturali la natura piatta di Gela? Abbiamo, sì, una spiaggia meravigliosa con un mare non del tutto pulito e dove i vandali distruggono ogni giorno le docce collocate dal sindaco. Ogni notte macchine che vanno in fumo, cestini e contenitori di immondizie bruciate, scippi, racket. I tre o i quatto pullman che ogni giorni potremmo fare deviare per Gela, compenserebbero la chiusura dello stabilimento? Gela può competere con Taormina o Cefalù? Cosa può offrire gela oltre le mura di Caposoprano, il Museo e gli Scavi del Mulino a vento? L’Anic nel passato ha minacciato più volte la chiusura dello stabilimento. Non credo che lo farebbe adesso che la crisi del petrolio ha consentito alla raffineria di fare grossi affari. Appunto per questo possiamo prendere dall’Agip che adotti tutti i provvedimenti necessari a tutelare la salute dei cittadini. Si può fare di più, lo faccia. Dicono che lo ha fatto altrove.
Perché no a Gela? E adesso una parola sul pet-coke. Mi rendo perfettamente conto che se non si potesse utilizzare il pet-coke, lo stabilimento di Gela diventerebbe ingestibile ed antieconomico. Si propone di sostituire il pet-coke con il gas che viene dalla Libia e approda proprio a Gela. Sarebbe un ottimo rimedio. Ma cosa ne faremmo del pet-coke? E’ lì il problema. Se il pet-coke è un rifiuto, bisognerebbe smaltirlo. Ma dove? Trovatemelo voi, se siete capaci, un comune disposto a stoccare nel proprio territorio una così enorme montagna di rifiuti inquinanti. E quanto verrebbe a costare il trasporto di tanto materiale? Non sono in grado di farmi i conti, ma temo purtroppo che in tale ipotesi forse l’Agip sarebbe costretta a chiudere lo stabilimento.
Lo stoccaggio del pet-coke, anche nella fortunata ma impensabile ipotesi che si trovasse un posto adatto, raggiungerebbe costi insopportabili. E allora cerchiamo di ottenere miglioramenti ambientali, prepariamo alternative nell’agricoltura, che attualmente è in crisi, e lasciamo lo sviluppo turistico a quei sognatori che l’hanno proposta. In effetti, specialmente nel passato, l’ambiente di Gela è stato devastato. Anni di sfruttamento che hanno creato un ambiente in cui il tasso di mortalità per cancro è doppio nei confronti del resto del Paese e si devono purtroppo registrare non poche nascite di malformati. Di chi la colpa? Non solo dell’Eni ma anche di uomini politici asserviti, delle varie amministrazioni comunali e degli stessi sindacati che per salvare i livelli occupazionali hanno chiuso un occhio e magari tutt’e due. Si richiede un ulteriore risanamento ambientale, un maggiore impegno della Regione Siciliana, bisogna ostacolare la chiusura dell’etilene.
Auguriamoci che il rinnovato impegno dei sindacati ottenga i frutti sperati. La fontanella posta dall’Eni all’entrata di Gela è bella, ma non può bastare. Ben altri sono gli obblighi dell’Eni nei confronti di Gela. Comunque il furto di Gela lo decidono i gelesi, non alcuni invasati e incoscienti ambientalisti benestanti e tanto meno lo decide l‘on. Lombardo che è venuto a romperci le scatole organizzando a Gela (ma lui che c’entra?) una manifestazione ben a ragione ignorata dai gelesi. Ora sta facendo uno sciopero della fame e fa bene perché il digiuno è molto utile per coloro che, come lui, mangiano troppo. I nostri interessi e il nostro futuro sono tutelati più che bene dal sindaco e dai sindacalisti.
Lo stabilimento non è più quello che io frequentavo oltre trent’anni fa. E migliorerà ancora a dispetto di Lombardo e degli ambientalisti. Basta vedere la spiaggia frequentatissima e tornata ora ai fasti di una volta.


Autore : Antonio Corsello

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