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notizia del 05/09/2010 messa in rete alle 16:09:10
Puritanesimo di facciata e discriminazione sessuale
Premetto che, con quanto mi accingo a scrivere, non voglio assumere, non avendone le indispensabili qualità, il ruolo del maìtre à penser, molto caro a taluni intellettuali francesi, che si arrogavano la funzione di guida morale della loro nazione e, tramite essa, del mondo intero, ma leggere l’amaro sfogo di Marco Di Dio (che non ho il piacere di conoscere personalmente, ma di cui apprezzo cultura e coraggio), pubblicato nell’edizione dello scorso 28 agosto di questo giornale ed opportunamente collocato in prima pagina, ha avuto su di me lo stesso effetto che può provocare un violento pugno alla bocca dello stomaco. Ed, al tempo stesso, una profonda indignazione ed un istintivo moto di ribellione al cospetto di episodi di inciviltà e di discriminazione sessuale, denunciati, peraltro, senza il ricorso ad asprezze semantiche, ma con toni estremamente garbati, dalla vittima degli stessi.
Siccome ribellarsi vuol dire contrapporsi personalmente a qualcuno/qualcosa, con assunzione di piena e diretta responsabilità – al contrario di quanto avviene con la manifestazione di un semplice rifiuto, che, in definitiva, equivale ad una fuga, senza correre alcun rischio – facendomi interprete dei sentimenti di cristiana solidarietà della maggioranza dei gelesi, ritengo doveroso esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza a Marco ed a quanti patiscono analoghe situazioni di intimo disagio e di emarginazione sociale, a causa di una perniciosa “malattia da tabù”, così definita dal neurologo e psicoanalista austriaco, ma di origini ebraiche, espatriato in Inghilterra per sfuggire alle persecuzioni del nazismo, Sigmund Freud. Proprio per le considerazioni di cui sopra, invito Marco a non darla vinta a coloro che si sono macchiati di oltraggio alla sua personalità morale, a non abbandonare la nostra città, che, nella sua millenaria storia, è stata culla di antica civiltà e sempre all’avanguardia, soprattutto negli usi e nei costumi e che, ne sono più che certo, in qualche modo, saprà apprezzarne l’auspicato gesto di fiducia e di amore.
Autore : Elio Cultraro
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