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notizia del 26/11/2006 messa in rete alle 15:46:58
Trenitalia, poveri noi!
Se me l’avesse detto un amico non ci avrei creduto. Alla stazione ferroviaria di Gela il servizio di biglietteria funziona solo fino alle ore quindici. Dopo quell’ora resta ostinatamente chiuso. C’è però un rimedio parziale: si può comprare il biglietto nel bar dirimpetto, ma il biglietto è valido solo fino a Catania. Se devi andare a Firenze o a Milano, devi procurarti un altro biglietto nella stazione di Catania.
Che io sappia, Gela è capolinea per la ferrovia Gela-Catania. Se trattano in questo modo il capolinea, figuratevi come trattano le stazioni intermedie. Il capotreno al quale chiedevo spiegazioni sullo strano fenomeno, mi rispose candidamente: “alcuni anni fa i ferrovieri in Italia erano duecentoventimila. Ora siamo appena novantamila. Cosa ci possiamo fare?”
Non c’è che dire: si va di bene in meglio. Un atroce dubbio mi assale la mente: forse la manovra prelude la totale soppressione di quella tratta ferroviaria? Ma valeva la pena fare tante inutili spese? E’ stato forse un inutile spreco del pubblico denaro voluto da Aldisio e Scebba? A dire la verità non è che sia molto agevole andare in treno da Gela a Catania. Ci vogliono ben due ore e mezzo. Non hanno tutti i torti coloro che al treno preferiscono il pullman o il taxi. Non sarebbero molti di più coloro che preferirebbero il treno se ci fosse una corsa diretta Gela-Catania con la sola fermata a Caltagirone e soltanto a piè pari le cento stazioncine intermedie?
Autore : Antonio Corsello
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