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notizia del 21/10/2007 messa in rete alle 15:38:15
Rivoluzione epocale
Ad oltre 83 anni la mia vita volge ormai al declino e mi appresto a presentarmi al giudizio del Supremo Giudice. Ci pensavo da anni, ma nella mia tarda età ho deciso di ubbidire alla voce della mia coscienza che mi imponeva di scrivere. Ed ho scritto pur nella consapevolezza che quando ho scritto solleverà un vespaio di proteste. In questo breve mio scritto a me pare di dimostrare con assoluta evidenza la falsità delle religioni monoteiste e parlo addirittura di una rivoluzione epocale. Per chi è digiuno o indifferente alle tematiche religiose, l’affermazione risulterà sicuramente esagerata. Ma non sono il tipo che si monta facilmente la testa. Mi rendo perfettamente conto che le reazioni alle mie contestazioni saranno fortissime. Non sarà facile per le religioni interessate accettare le mie tesi che stravolgono millenni di credenze e di fede. Ma non avevo scelta. Mi trovavo di fronte ad un dilemma: o avrei dovuto difendere l’insegnamento di queste religioni o avrei dovuto difendere l’onore e la santità di Dio che da queste religioni, da i loro libri sacri, dai loro dogmi veniva praticamente vilipeso. Non c’è consapevolezza, non c’è volontarietà, ma in effetti Dio viene descritto come mezzo scemo, poco santo, capriccioso, crudele incapace.
Che figura che ci fa Dio quando si racconta che voleva l’uomo felice e lo collocò nel paradiso terrestre dotandolo di doni naturali, preternaturali e sopranaturali. Ma evidentemente si trattava di una volontà fittizia, poiché è bastato l’intervento del cornuto diavolo per vanificare e mandare a monte i suoi divini disegni. E quando si racconta che Dio chiese ad Abramo l’uccisione dell’unico figlio, Isacco, in effetti si bestemmia la sapienza e la santità di Dio. Se questi conosce il futuro, che bisogno aveva di prove? E quando Abramo stava uccidendo il figlio ha commesso un gravissimo peccato.
Non io ma la Chiesa insegna che se qualcuno vuole commettere un peccato e non ci riesce perché qualcuno o qualcosa glielo impedisce, il peccato lo commette ugualmente con la sola intenzione. In Abramo l’intenzione c’era tutta: aveva già il coltello in mano. Quindi il peccato l’ha commesso lo stesso, ma non l’ha commesso lui ma Dio che gliel’ha comandato. Il che è assurdo. E quando l’angelo ferma la mano omicida di Abramo, gli dice; “Ora so che rispetti Dio e non mi hai risparmiato il suo figliuolo”. Dio quindi prima non lo sapeva? E che razza di Dio è mai questo?
Da migliaia di anni la Chiesa insegna ed il Concilio Vaticano II ha ribadito che “i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento con tutte le loro parti sono stati scritti per ispirazione dello Spirito Santo e hanno Dio per autore … Dio scelse e si servì di uomini affinché agendo egli in essi e per loro mezzo scrivessero tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte” ( Dei Verbum 11). Quindi Dio ha voluto l’eccidio e lo sterminio dei popoli nemici voleva tutte le assurde condanne a morte per gli omosessuali, per il figlio ribelle, per chi non osserva il sabato, per chi mangia il sangue, per il padrone del bue che con una cornata ha ucciso un uomo etc. Dio giustifica l’uccisione di 450 sacerdoti del falso dio Baal da parte di Elia dopo il miracolo del fuoco disceso dal cielo. E l’elenco potrebbe ancora continuare con mille altri episodi che ripugnano al comune buonsenso. Una su tutta domina: la vergognosa accettazione della schiavitù (Esodo 21,21-Esodo 21,1- Siracide 33,25_Col.3,22_1Petr.2,18).
Ebbene, non possono esser vere tutte quelle religioni che hanno accettato la schiavitù, suprema offesa alla dignità della persona umana. Iddio sarà il primo a difenderla e mai accetterà che una sua creatura possa diventare schiava di un altro uomo. Questa lacuna è riscontrabile perfino nel Vangelo. Appena la Domenica scorsa abbiamo letto questo passo del Vangelo di Luca (17,5). “ Chi di voi, se ha un servo che si trova ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando sarà tornato dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?” non gli dirà piuttosto: “ Preparami la cena, rimboccati la veste e servi in tavola, finché io mangi e beva, e dopo mangerai e berrai anche tu? Avrà forse degli obblighi verso il suo servo, perché questi ha compiuto ciò che gli è stato comandato?”. E si che aveva degli obblighi. Questa è o non è una implicita accettazione della vergognosa piaga della schiavitù? Dopo aver lavorato per un’intera giornata ad arare o a pascolare il gregge aveva ben il diritto di mettersi a sedere accanto al suo padrone e mangiare. No. Il padrone doveva restarsene in panciolle e il disgraziato servo doveva ancora faticare per lui. Il ragionamento schiavistico dell’evangelista non mi convince affatto. La mentalità di non pochi passi della Bibbia sono lontani anni luce dalla mentalità moderna che è quella giusta ed è fondata sulla libertà ed uguaglianza di ogni uomo. Questi passi della Bibbia non sono affatto illuminati, ma oscurantisti ed è grande colpa delle religioni voler imporre ancora le coscienze l’obbedienza ad usi e costumi che puzzano fin troppo di arretratezza e di ingiustizia. I padroni avevano perfino il diritto di vita e di morte sui loro schiavi. E questo è inaccettabile.
La verità è che non si ha, avuto il santo coraggio di contestare una prassi fin troppo radicata nella società di quel tempo. Nei primi tempi del cristianesimo la schiavitù è stata addolcita, ma poi ha imperversato anche nei paesi cristiani e si mantiene tuttora con forme non troppo larvate in paesi eminentemente cristiani come il Perù.
Di fronte a tante storture persone sapienti rispondono con le allegorie della Bibbia, con i generi letterari e con la storicizzazione dei fatti. Ma cosa c’è da storicizzare nei racconti di Adamo, di Abramo, nelle condanne a morte o nella storia di Elia? Nulla, assolutamente nulla.
La questione è una sola: sono vere o no le mie citazioni della Bibbia? Se si, allora sono giuste le mie contestazioni e la Chiesa deve fare un profondo atto di umiltà e rinunziare al suo, grandioso castello di dogmi, almeno a quelli che contrastano con la sana ragione. È duro, difficile, ma ineluttabile. La via più comoda e più facile sarà il mio allontanamento, la mia emarginazione. Ma si può allontanare un cattolico innamorato di Gesù Cristo, che crede nel ruolo insostituibile della Chiesa Cattolica e che, nello stesso tempo, vuole difendere l’onore di Dio vilipeso?
(Il breve pamphlet di Antonio Corsello è in vendita nelle edicole della città, al costo di € 2,00)
Autore : Antonio Corsello
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