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notizia del 18/03/2007 messa in rete alle 15:12:19
Dico o non dico?
Alcuni anni fa, non so da chi, fui segnalato a Cecchi Paone che stava curando una trasmissione alla Rai. Mi telefonò dicendomi che desiderava la mia partecipazione alla sua trasmissione che aveva come tema il celibato ecclesiastico. Volle conoscere le mie idee in proposito. Gli risposi dicendo che per me il celibato ecclesiastico era solo una questione del tutto marginale e che ben altri erano i problemi da discutere. Gli dissi che io ero in grado di dimostrare con assoluta evidenza la falsità delle tre religioni monoteiste. Terrorizzato mi disse che ci saremmo risentiti, ma si guardò bene dal rinnovarmi l’invito a partecipare alla sua trasmissione. Se l’avesse fatto si sarebbe rovinato. Da buon cattolico temeva le reazioni del Vaticano. Alla distanza di anni anche lui, omosessuale, ha avuto il coraggio di schierarsi contro il Vaticano. Ho assistito alla sua lite televisiva con Vittorio Sgarbi ed alla pacata discussione nella trasmissione “Confronti”.
Paone, punzecchiato ora dalle dichiarazioni ipocrite della gerarchia, si è ribellato. Ma ha perfettamente ragione. I Dico sono una legge doverosa che dovrebbe rimediare a secoli e secoli di ostracismo e di emarginazione.
Ricordo molto bene che, partecipando a Roma ad un corso di psicopatia sessuale tenuto da un monaco benedettino tedesco consultore della Congregazione dei Sacramenti, affermò che talvolta si diventa omosessuali per deviazioni sessuali, ma la gran parte di loro nasce, se così si può dire, con quel “difetto”.
Hanno quindi il pieno diritto di essere rispettati e la Chiesa avrebbe il dovere di chiedere loro perdono per averli disprezzati e per aver creato un clima ostile nei loro confronti. Le coppie di fatto, sia omosessuali che eterosessuali, hanno dei diritti che vanno rispettati e sanciti.
Vittorio Sgarbi con la sua abituale virulenza si è scagliato contro Paone affermando che l’omosessualità è una scelta (ma non lo è) e dicendo solennemente e più volte che il papa e i vescovi hanno ragione. Niente di più falso. So bene che Sgarbi è un esperto dell’arte nella quale è veramente competente, ma non sono affatto disposto a riconoscergli una particolare competenza in tutto lo scibile umano. Viene chiamato a discutere di tutto e su tutto. Anche a lui si può applicare la famosa frase: “Sutor, ne ultra crepidam”. Calzolaio non andare otre la scarpa. Nel campo dell’omosessualità è perfettamente incompetente né io, dicendo questo, ho paura delle sue reazioni e delle sue note arrabbiature. Chi l’ha detto che il papa ha ragione? Si è autodefinito infallibile e non so fino a che punto arriva la sua infallibilità. In questo caso ha torto marcio.
Nelle tante discussioni su questo problema nessuno ha portato l’argomento più interessante: la Bibbia, che per il papa è parola di Dio e la sua scuola perfetta. Ebbene, il papa è incoerente perché non osserva la parola di Dio che in Lev. 20,13 dice espressamente: “Chiunque abbia giaciuto con un uomo come si giace con una donna, hanno compiuto un’abominazione: siano messi a morte” . Sentiamo ora cosa dice il Nuovo Testamento. S. Paolo é durissimo contro gli omosessuali. Rom. 1,26: “Per questo Dio li ha dati in balia di passioni ignominiose: le loro donne scambiarono il rapporto sessuale naturale con quello contro natura; ugualmente gli uomini, lasciato il rapporto naturale con la donna, bruciarono di desiderio gli uni verso gli altri, compiendo turpitudini uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa debita delle loro aberrazione”. Non riesco a capire che cosa significa questa “ricompensa debita”. Forse la pena di morte di cui parla il Levitico? In tutti i casi S. Paolo sbaglia, checché ne dica la Chiesa che da millenni afferma che la Bibbia è stata ispirata da Dio e quindi non ci può essere alcun errore. Se anche questi passi sono stati ispirata da Dio, allora il papa e i vescovi sono incoerenti e non rispettano la parola di Dio. Quindi piuttosto che schierarsi contro i Pacs e contro i Dico, dovrebbero chiedere sic et simpliciter la pena di morte per gli omosessuali. Troppe contraddizioni ci sono nella chiesa. E’ contro il divorzio ma l’ha concesso ai negri deportati nelle piantagioni di caffè e di cotone dell’America. E’ contro l’aborto, ma l’ha concesso alle suore stuprate durante la guerra di Spagna. E papa Wojtyla ha avuto perfino l’ardire di rivolgersi, lui pontefice romano, alle donne bosniache musulmane invitandole a non abortire ed a tenersi il figlio della violenza.
Gli avversari dei Dico portano lo specioso motivo che le coppie di fatto danneggiano l’istituto familiare. Niente di più falso. Se gli omosessuali sono come si dice, appena il 5% come fanno a danneggiare quell’altro 95% che provvede più che abbondantemente al perpetuarsi della specie umana, quando non è costretta, come in Cina, a limitare le nascite? Triste destino quello della Chiesa: sempre contro il progresso, contro la libertà di coscienza, contro gli eretici. Sarebbe l’ora che la Chiesa smettesse una buona volta di atteggiarsi a maestra di tutto e di tutti.
Autore : Antonio Corsello
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