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notizia del 16/01/2011 messa in rete alle 14:45:28
Chi di colori ferisce, di colori... perisce
L’argomento di cui mi occupo, alla ripresa delle pubblicazioni del nostro giornale – cioé dopo la tradizionale pausa natalizia che siamo soliti concederci – è legato alle vicende (stranissime) della Società Gela Calcio ed, in particolare, alla manifesta volontà del suo presidente, ing. Angelo Tuccio, di sfoltire la rosa messa frettolosamente a disposizione del tecnico, dr. Nicola Provenza, all’indomani del miracoloso ripescaggio della nostra maggiore squadra di calcio, nel campionato di Prima Divisione.
Le ragioni di questa sorprendente, ma comprensibile strategia tecnico-amministrativa del massimo responsabile del sodalizio di via Venezia sono da imputare al modesto entusiasmo prodotto, negli ambienti sportivi locali, dal ripescaggio del Gela nella serie superiore, dopo la deludente conclusione del campionato di Seconda Divisione, girone C, che aveva visto la compagine gelese chiudere la stagione agonistica 2009-2010, malinconicamente, al 6° posto nella classifica generale.
In particolare, Tuccio lamenta l’acquisto, da parte degli sportivi, di appena 187 abbonamenti, la scarsa presenza di pubblico nelle partite disputate fra le mura del “Vincenzo Presti”, con la consequenziale mancata realizzazione di quegli incassi che era logico attendersi, per affrontare e portare a termine il pur dispendioso torneo di terza serie.
Pur riconoscendo all’ingegnere indubbi meriti, per il coraggio, fin qui, dimostrato, mettendo mano al portafoglio personale, per regalare alla città un prestigioso palcoscenico nazionale, devo, con estrema franchezza, riproporre la controversa questione dei colori sociali (posso senz’altro affermare che numerose persone hanno deciso di disertare l’impianto di contrada Giardinelli, non sentendosi rappresentati dal colore (biancoazzurro) delle casacche indossate dagli atleti a disposizione dell’allenatore e da questi mandati in campo.
So che queste mie riflessioni faranno venire il mal di pancia a taluni soggetti, che, ostinatamente, si sono opposti – e continuano a farlo – alla riscoperta dei colori della nostra bandiera comunale, il giallo-cremisi. Nella quale i gelesi doc si sono sempre riconosciuti e vogliono riconoscersi in futuro. Altrimenti, la disaffezione del pubblico (quello che di solito paga il ticket per l’accesso alle tribune) è destinata ad acuirsi, fino a diventare un’autentica moria. Con tutti i devastanti effetti che ne deriveranno.
Di tale esiziale disaffezione, chi scrive è un… prototipo, perché, a differenza della stagione disputata nel campionato di C1, non ha ritenuto di assicurare il proprio personale contributo economico alla Società, ripetendo l’acquisto di 2 abbonamenti di tribuna, non per farne uso personale, tenuto conto della ragguardevole distanza che lo tiene lontano dalla propria terra, ma per fare felici due sportivi che, per difficoltà economiche, legate alla crisi che attanaglia la nostra città, non avrebbero potuto permettersi il lusso di assistere alle gare casalinghe del Gela.
Mi auguro che questa mia testimonianza valga a qualcosa e, soprattutto, a salvare il progetto in cui Angelo Tuccio, da subito, ha creduto e nel quale auspico che continui a credere. Rimanendo al proprio posto, per riassaporare il gusto delle vittorie, che tanto ci avevano entusiasmato, nella prima frazione del girone di andata del campionato in corso.
Autore : Elio Cultraro
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