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notizia del 16/01/2011 messa in rete alle 14:42:38
Le vere bestemmie
Ha fatto un gran chiasso l’intervento del giornale Avvenire quando ha preso netta posizione contro la bestemmia che sarebbe stata proferita nella casa del Grande Fratello e che non sarebbe stata debitamente condannata come sarebbe stato giusto. Premetto che io non vedo mai quel programma, che lo ritengo profondamente diseducativo e noto con amarezza che sono in molti a seguirlo. Il che certamente non depone a favore del livello culturale degli Italiani. Ma ora voglio spezzare una lancia in suo favore. Il clericale Avvenire, organo dei vescovi italiani, si è strappato le vesti perché la direzione di quel programma non ha espulso l’autore di quella presunta bestemmia. É il ritorno di fiamma di un clericalismo duro a morire. Non nego che la bestemmia, quella vera, quella voluta e cosciente, sia un grave insulto ai credenti, ma non sono d’accordo con chi se ne scandalizza più di tanto. E’ un fatto incontrovertibile che il più delle volte il bestemmiatore meno che pensa di offendere Dio. La cosiddetta bestemmia è un modo di dire che viene spontaneamente pronunciato nei momenti di rabbia ed anche quando non si è arrabbiati. E’ uno sfogo dovuto all’abitudine e nient’altro.
Lontano mille miglia il pensiero di offendere Dio nell’animo del bestemmiatore. Ben altra la responsabilità di chi bestemmia il nome santo di Dio con l’intenzione seria di offenderlo. Ma anche in questo caso io non multerei o manderei in carcere chiunque si renda colpevole di questo delitto come si faceva quando governava l’Italia il cattolicissimo Mussolini che col Concordato del 1929 aveva restituito Dio all’Italia e l’Italia a Dio.
Se devo esser sincero più che il bestemmiatore a me da fastidio lo scandalo ipocrita di alcuni clericali che vorrebbero far ritornare in Italia i bei tempi in cui alle porte delle chiese si affiggevano gli elenchi di quei cattolici, pubblici peccatori, che non facevano il precetto pasquale o che non andavano a Messa la Domenica. Erano tempi di intolleranza religiosa di cui si è resa colpevole quella stessa Chiesa che, malgrado tutto, noi continuiamo ad amare. Ma pretendiamo che riconosca questi suoi eccessi e specialmente che riconosca di non aver rispettato la libera coscienza dei cittadini.
Appena agli inizi del secolo scorso Pio X (santo!) dichiarò solennemente che non si poteva concedere la libertà di coscienza e di religione. E prima di lui avevano affermato lo stesso principio Pio IX (beato!), Leone XIII e Gregorio XVI. Per secoli la Chiesa Cattolica ha ucciso migliaia di eretici per il solo motivo che contestavano alcuni suoi dogmi. Ma quale dio crudele può aver dato alla Chiesa questo assurdo diritto? E se noi oggi facciamo questi rilievi non è per lo stupido gusto di contestare, ma per autentico amore alla verità. E’ già fin troppo tardi e la Chiesa deve quanto prima chiederne perdono a Dio e all’umanità. Il 16 Febbraio 1600 in Campo dei Fiori a Roma veniva bruciato vivo Giordano Bruno.
Voglio essere irrispettoso. Mi ispira più simpatia il testardo e cocciuto Giordano Bruno, che pure diceva alcune verità, anziché il suo principale persecutore Roberto Bellarmino definito nel Breviario Romano “malleus haereticorum” (martello degli eretici) che la potenza dei Gesuiti fece dichiarare santo e Dottore della Chiesa dopo tre secoli dalla sua morte. Quali i suoi meriti? Si era divertito a far torturare e bruciare vivo Giordano Bruno e che aveva costretto Galileo Galilei a far girare il sole attorno alla terra. Si possono negare queste tremende verità? Non è arrivato il tempo di farne pubblica ammenda?
Autore : Antonio Corsello
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