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| notizia del 02/04/2007 messa in rete alle 12:45:39 Deputati italiani strapagati, prendono il doppio dei colleghi europei In questi giorni, a Gela, ferve la campagna elettorale per le amministrative. La parola d’ordine è quella di eleggere delle persone capaci di risollevare il destino della città, di elevare il tenore di vita dei cittadini, di dare una casa e un lavoro a tutti. Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Molti si pongono il quesito: ”tanti candidati lo fanno per trarne benefici, optano per lo stipendio, entrano nella mischia per i loro interessi personali e parentali”. Questo succede in “piccolo” per le elezioni amministrative, in “grande” per le elezioni nazionali e regionali. E’ risaputo che oggigiorno tanti candidati sono politici di mestiere e lo fanno esclusivamente per il denaro. Noi diciamo basta alla politica di mestiere, che ha fatto e continua a fare danni al Paese. Siamo stufi di pagare le tasse per gente che non paga mai i propri errori. Otto cittadini su dieci sono stanchi di vedere sempre le facce da decine e decine di anni. In Italia fare il parlamentare significa spesso esercitare un privilegio più che svolgere una professione che comporta obblighi e spirito di servizio verso la comunità degli elettori. Il giornale inglese ‘Herald Tribune” la pubblicato la scorsa settimana i dati relativi al trattamento economico dei parlamenti italiani e li ha comparati con quelli dei parlamentari europei. Ebbene i legislatori italiani ricevono un assegno mensile di circa 14.000 euro (pari a 20.000 dollari precisa l’articolista) a fronte dei circa 7.000 euro percepiti da un membro dell’Assemblea nazionale francese e dei 5.000 di un deputato svedese. Inoltre – fa notare il giornalista – l’Italia ha 945 tra deputati e senatori, mentre tutti gli altri Stati ne hanno molto di meno. Ai parlamentari delle Camere bassa e della Camera alta si aggiungono i 15.000 dipendenti statali che lavorano nel settore legislativo pubblico. Tutti quanti comportano per lo Stato una spesa astronomica di 1,85 miliardi di euro. Per non parlare poi delle “pensioni d’oro”. Abbiamo letto l’altro giorno sul settimanale “La Vita” che il vescovo della diocesi di Pistoia, monsignor Giordano Frosini, teologo, prendendo di petto il tema dei costi della politica italiana (e pur non dicendolo apertamente anche quelli dell’amministrazione comunale) ha tuonato: “invece che far pagare tante tasse ai cittadini, chi governa pensi piuttosto a ridimensionare il proprio stipendio. La politica – ha continuato mons. Forsini – è diventata la prima azienda del Paese in cui i politici guadagnano scandalosamente troppo”. Autore : Gino Alabiso » Altri articoli di Gino Alabiso I Vostri commenti
Uno dei problemi maggiori del nostro Stato e l'arrivismo della classe politica. Chi sta al parlamento mira più ad un prestigio personale che ad una crescita del Paese. Sedere su queste ambite poltrone è una questione di ricerca di autorità, guadagno, pubblicità per il parlamentare stesso e nient'altro. Ogni tanto si fa qualche nuova legge o uno pseudo-decreto, spesso inutile o errato già in partenza, ma nulla di più. Occorrerebbe, invece, recuperare la dimensione ideologica dell'agire politico sia che a governare sia la destra o la sinistra anche se, stante le cose nel nostro paese negli ultimi anni, mi pare assai difficile.
Autore: Alfonso Passarello htp://silvestre.splinder.com
data: 11/05/2007
Basta!Basta!Basta!
Vorrei rompere l'incantesimo della politica.
Il politico, non si deve chiamare più politico.E' un lavoratore
Autore: Rocco Savasta
data: 25/05/2007
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