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Corriere di Gela | Ancora sul futuro di Gela
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notizia del 02/04/2007 messa in rete alle 12:43:44
Ancora sul futuro di Gela

Ho un debito verso il caro amico Angelo Votale che sul Corriere di Gela ha amabilmente espresso il suo pensiero sul futuro di Gela che, apparentemente, contrasta col mio. Lui insiste che il futuro di Gela è nello sviluppo turistico. Piacerebbe tanto a me, ma ci credo poco. E prima di tutto dico: perché mai questo sviluppo non c’è stato? C’è forse qualcuno che si è opposto o l’ha impedito? Perché mai, invece di chiaccherare, non si cerca di realizzarlo concretamente? Cosa si può o si deve fare per promuoverlo? Certo, la presenza dello stabilimento ha danneggiato non poco l’immagine di Gela. Ma quando nel sessanta Mattei è venuto ad annunziare la prossima apertura dello stabilimento petrolchimico, c’è stato forse un solo gelese che non gli abbia battuto le mani? Non si può negare che in quel periodo tutti i gelesi hanno potuto godere di un diffuso benessere. Non sono mancate le responsabilità, i silenzi e le connivenze dei poteri pubblici asserviti all’Eni.
Ricordo bene che un alto funzionario del Municipio di Gela mi diceva tutto soddisfatto che si era presentato a lui per pagare una tassa personale l’ing. Semmola, primo direttore dello stabilimento, lui che povero non era, ed egli gli aveva dato opportuni consigli per evadere quella tassa. Poi col tempo sono cominciati i guai: l’inquinamento marino che ha rovinato la nostra bellissima spiaggia e quello atmosferico che ha inquinato l’aria che respiriamo. In seguito alle proposte del sindacato e dei cittadini ed in seguito alle direttive europee l’Anic é stata costretta ad apportare delle forti modifiche che hanno reso l’aria più respirabile ed hanno ripulito il mare.
I cittadini che si erano abituati ad andare a fare il bagno a Manfria sono tornati sul lido di Gela che ora è affollatissimo. Ma i guai non sono finiti. Ora abbiamo scoperto un forte aumento delle malattie tumorali e molte nascite di bambini malformati. A questo stato di cose alcuni hanno reagito chiedendo di non utilizzare il pet coke che alimenta la centrale elettrica e che è ritenuto responsabile dei tumori e delle malformazioni. C’è anche chi ha chiesto, sic et simpliciter, la chiusura dello stabilimento. Non so quanti di costoro sono alla ricerca di un qualsiasi lavoro. Sindacati, amministrazione comunale e partiti non sono rimasti a guardare dalla finestra ed hanno chiesto a gran voce perché lo stabilimento adottasse gli opportuni, possibili rimedi.
E certamente non avevamo alcun bisogno che venisse Lombardo a Gela a fare la sua campagna elettorale chiedendo l’abolizione del pet coke. Io non sono competente in materia e non so dire se ci siano o meno delle alternative possibili all’utilizzo del pet coke.
Solo posso dire di aver letto sul giornale la dichiarazione di un dirigente dello stabilimento che esso fosse stato costretto a rinunziare al pet coke, la sua gestione diventerebbe antieconomica e si renderebbe inevitabile la sua chiusura. Intanto lo stabilimento c’è e da lavoro a migliaia di operai che non sono solo, come dice Vitale, 1800-2000. Vitale dimentica l’indotto e tutte le ditte fornitrici dello stabilimento, dei metalmeccanici, degli edili, del facchinaggio, del servizio di mensa etc, né si rende conto che se venisse a mancare a Gela questo fiume di denaro, l’economia dell’intera città andrebbe allo sfascio. Provate a chiedere agli operai che lavorano nello stabilimento: pur coscienti dei pericoli, non ne troverete uno solo disposto a perdere il posto di lavoro. E allora? Lo stesso Vitale ammette che il lavoro degli operai è “da salvaguardarsi diversamente e ad ogni costo”. Benissimo! Nessuno di noi è affezionato allo stabilimento e se loro sono così bravi da trovare un lavoro alternativo noi li applaudiremo.
Ma quel lavoro alternativo va trovato ora e subito e prima di chiedere la chiusura dello stabilimento. Altrimenti si è in contraddizione e si diventa veramente incoscienti, presuntuosi ed invasati. Noto con piacere che Angelino ama molto la sua città e vede in essa bellezze naturali che in effetti non ci sono: Vogliamo paragonarle a quelle di Taormina o di Cefalù? Taormina ha una spiaggia che certamente non è bella come quella di Gela, ma ci sono insenature meravigliose, ha la montagna, le gole dell’Alcantare, l’Etna. Non per niente attira una moltitudine di turisti, specialmente di alta classe. Ribadisco che la natura di Gela è piatta e non offre panorami seducenti. Ho visto un bel panorama a Montelungo, esattamente dove c’è il fungo. Deserto. Non ci va neppure un cane anche perché la strada sterrata non è percorribile. Oltre il museo e le mura di Caposoprano quali monumenti, quali edifici o quali chiese possono attirare l’attenzione dei turisti? Qualche albergo c’è ma mi pare che non facciano grandi affari. Certamente è un gran male che Gela sia stata cancellata da tutti gli itinerari turistici. C’è forse qualcuno a Gela che sia responsabile di questo misfatto? Se c’è, impicchiamolo.
Vitale con una grande nostalgia guarda al passato di Gela. Non ha tutti i torti. Ricordo anch’io che agli inizi degli anni cinquanta la spiaggia di Gela dal pontile al porto rifugio era affollata di barconi e di piccoli bastimenti. Come mai ora sono scomparsi? Se lo è chiesto Vitale il motivo? A me è stato detto che quei bastimenti si dedicavano principalmente alla pesca di spugne, che ora non c’è più. Le poche barche da pesca si ritirano, a stento, nel porto rifugio. Di chi la colpa? Si pesca bene a Scoglitti, Licata e Mazzara del Vallo. A gela niente. Di chi la colpa? Non c’è veramente pesce nel mare di Gela? O la colpa è sempre dell’Eni? La fertilissima piana di Gela una volta era granaio non solo della Sicilia, ma addirittura di Roma. Ora tutta l’agricoltura è in crisi. E’ scomparsa la coltura del cotone, soffocato da quello più economico dell’Egitto. La coltura del carciofo, dell’uva e delle serre vivacchiano e un po’ tutti cercano di scappare da quell’agricoltura che da solo poche ed amare soddisfazioni. Resta solo la prospettiva dello sviluppo turistico. Piacerebbe tanto anche a me se potesse convivere con un stabilimento non inquinante e meglio ancora se lo sostituisse del tutto. Ma non sono abituato a sognare ad occhi aperti. Lascio quindi il sogno ad altri, sperando sinceramente che diventi realtà.


Autore : Antonio Corsello

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I Vostri commenti
si vede che l'autore conosce solo quello che vede, non ha la lungimiranza di studiare il trend attuale del turista che cerca oggi , al di là delle bellezze conisciute anche altro. Faccio presente al sig. Corsello che esiste una folta schiera di turisti che cerca posti non

Autore: max 
data: 03/04/2007
La natura e il paesaggio gelesi non sono affatto piatti. Panorami come quelli di Montelungo, Manfria, la corona di monti attorno la piana, la riserva del Biviere, non li trovi ovunque. E comunque rispetto a Taormina o Cefalù, la Gela di un tempo era molto più interessante, ma è stata violentata in ogni aspetto. Per supportare la mia opinione le ricordo soltanto che insigni personaggi come Quasimodo, Bufalino, Romagnoli, Iqbal (ecc...) hanno dedicato a Gela frasi di elogio per il suo magnifico paesaggio. Inoltre come sede del primo villaggio turistico Mediterranèe di Sicilia indovini quale località venne scelta? Gela! Purtroppo al suo posto oggi si trova il petrolchimico! E i circa 100.000 turisti annui del 1960 (archeologia e attività balneari) sono un lontano ricordo! Non è vero neanche che non ci sono altri monumenti interessanti oltre alle mura e al museo (che già sono significativi): la chiesa Madre è meravigliosa, il Castelluccio, le 3 navi greche uniche al mondo, ecc..... In realtà non è la città ad essere inadeguata turisticamente, ma i gelesi.

Autore: Mjrko 
data: 02/02/2008
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