|
notizia del 28/02/2011 messa in rete alle 12:35:37
La legge mosaica è ancora in vigore?
Nella seconda domenica di febbraio sono andato a messa e il brano evangelico riportava la seguente frase di Gesù:” Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto ad abolire ma a dare pieno compimento. Finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge”. Con tutto il rispetto per il sacro testo la mia coscienza mi impone di contestare la strana frase di Gesù il cui primo dovere era proprio quello di abolire sia la Legge che i Profeti. E difatti Lui altro che un iota o un apice ha tolto dalla Legge e dai Profeti. Dove regnava l’odio e la vendetta Lui ha posto l’amore e il perdono che ora sono il fondamento della vita cristiana. E quando Gesù parla lo fa con un piglio imperioso: “Finora vi è stato detto ed io invece vi dico”. E’ Lui e non altri il grande nuovo Legislatore.
E’ assurdo pensare che Gesù possa avere approvato le assurde sentenze di morte emanate da Mosé contro gli omosessuali, chi non osserva il sabato, chi mangia il sangue, contro il figlio ribelle e bevitore, l’uomo presuntuoso, contro il padrone del bue che ha ucciso un uomo con una cornata, contro chi ti istiga a seguire falsi dei etc. E’ assurdo pensare che Gesù possa avere approvato il comportamento molto discutibile di alcuni profeti. Il più grande dei profeti del Vecchio Testamento Elia ha sulla sua coscienza l’enorme delitto di avere sgozzato ben 450 sacerdoti del falso dio Baal. E nel sacro testo manca qualsiasi cenno di disapprovazione del crimine, anzi è evidente l’esaltazione.
E quando il profeta Samuele, al quale Dio aveva dato l’assurdo ordine di uccidere tutti gli Amaleciti, taglia la testa al loro re Agag che gli Ebrei avevano risparmiato, commette un assassinio bell’e buono. Altro che profeta di Dio! Qualche buon cattolico molto probabilmente si scandalizzerà per queste mie argomentazioni. Ma la gerarchia e l’intera comunità ecclesiale dovrà una buona volta rassegnarsi ad accettare il dissenso al suo interno. La gerarchia non potrà limitarsi sic et simpliciter ad una condanna, ma dovrà motivarla con osservazioni convincenti. Dopo di che chi ha sbagliato avrà modo di ricredersi e di correggere i propri errori.
A giudicare però da alcuni fatti sembrerebbe che ci troviamo in questo momento in un periodo di restaurazione, almeno negli alti vertici della Chiesa. Da un po’ di tempo a questa parte sembrava che i più amici del Vaticano fossero diventati il capo del governo e i suoi seguaci. Ora, in seguito a fatti discutibili, monta tra i cattolici la protesta e la gerarchia sembra voler cambiare registro. Era tempo. Anche nella vita della mia parrocchia noto dei cambiamenti che impensieriscono. Nel libretto dei canti liturgici della parrocchia prima vi si trovavano due canti coraggiosi che adesso inopinatamente sono scomparsi. L’ordine proviene dall’alto? Ci troviamo di fronte ad un cambiamento di direttive? Avrei voluto chiedere spiegazioni al mio parroco P. Michele che stimo moltissimo, ma non ne ho avuto il coraggio.
Sul Corriere esprimo ora le mie perplessità. Ricordo vagamente che il primo canto esprimeva questo concetto:” Di fronte a tante ingiustizie il mio cuore si ribella e protesta si fa”. Per fortuna ora di ingiustizie non ce n’è più e quindi viene a mancare ogni motivo di ribellione. D’altra parte molto raramente le ribellioni sono state bene accolte dalla Chiesa Ufficiale. In tutte le rivoluzioni la Chiesa è stata sempre regolarmente assente. Quella francese era proprio contro di lei: clero e nobili formavano appena il 3% e vivevano nel lusso più sfrenato, mentre la popolazione languiva nella fame.
Solo nella rivoluzione del Nicaragua la Chiesa è stata attivamente presente tanto che alla fine due preti sono stati chiamati a far parte del nuovo governo. Ma papa Wojtyla non volle sentirne e non permise al prete ministro che gli baciasse la mano quando si inginocchiò di fronte a lui. Il secondo inno diceva:” Nella Chiesa del Signore tutti gli uomini verranno se bussando alla sua porta solo amore troveranno.. Quando Pietro, gli Apostoli e i fedeli vivevano la vera comunione mettevano in comune i loro beni e non v’era tra loro distinzione.
E noi che ci sentiamo Chiesa viva desideriamo con ardente impegno riprendere la strada primitiva secondo l’evangelico disegno”. Capisco da me perché l’inno è stato radiato. Oggi i cristiani non vivono la vera comunione secondo i dettami del vangelo e meno che mai pensano di mettere i loro beni in comune. E c’è qualcuno forse che si sia accorto dell’ardente impegno dei cattolici a riprendere la strada primitiva? Tutte falsità. Quell’inno non poteva essere cantato in chiesa. Troppo sfacciato!
Autore : Antonio Corsello
» Altri articoli di Antonio Corsello
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|