|
notizia del 08/04/2013 messa in rete alle 11:51:22
Libera fede in libero pensiero
Chi mi conosce sa bene che io non appartengo alla categoria degli “uomini facilmente addomesticabili” perché sono sempre stato una persona libera. Libera nel pensare, nell’agire, nel compiere scelte difficili che a volte hanno anche influito negativamente sulla mia vita, dato che in questo mondo se non si appartiene a lobby e corporazioni si rischia l’annullamento.
Questa premessa per dire all’amico Corsello che anche la mia scelta di vita cristiana, l’essere nato e cresciuto in una famiglia cattolica non ha annullato queste mie prerogative di persona libera e pensante.
Tanto è vero che nel corso del mio ventennale umile servizio alla Chiesa da laico francescano, da giornalista cattolico, ma anche da regista che ha raccontato tante vite di santi, non sono mancati momenti in cui ho dovuto combattere con preti, frati e monsignori che a mio giudizio avevano scambiato il loro ministero sacerdotale per qualcos’altro che somiglia più al potere che al servizio, più all’arroganza che all’umiltà. Però, sempre da francescano ho imparato anche il valore dell’obbedienza e del rispetto ai superiori e alla gerarchia. Ma ciò non significa che i superiori e le gerarchie siano infallibili. E non è infallibile neppure il papa, come ci ha insegnato il beato Giovanni Paolo II che seppe chiedere più volte scusa per gli errori passati della Chiesa.
Dunque, obbediente sì, ma con la libertà di discernere. Per cui quando scrivevo delle mie riserve sui matrimoni gay, sulle donne sacerdoti e altro, non era un passivo accondiscendere a quando dice la Chiesa, ma era l’esatta trasmissione del mio pensiero. Si badi bene però. Io non ho nulla di personale o di preconcetto nei riguardi degli omosessuali. Esistono. Non li si può ignorare. Io ho avuto anche alcuni amici gay (anche un mio aiuto regista lo era), e ne ho apprezzato la sensibilità e l’intelligenza. Ma in questi mie esperienze sono stato fortunato, perché ho conosciuto delle persone che non ostentavano la loro diversità, non assumevano atteggiamenti provocatori. Avevano la loro vita.
La vivevano senza creare scandalo e senza esibizioni di cattivo gusto. D’altronde, anche un uomo e una donna che si vogliono bene, li apprezzo più se sanno vivere i loro sentimenti nella loro discrezione. Che bisogno c’è di scambiarsi plateali effusioni pubblicamente, senza rispetto per nessuno? Con ciò voglio dire che si può vivere il proprio stato, quale che sia, con sobrietà e naturalezza. E’ giusto pure che due persone dello stesso sesso che convivono, siano in quanto cittadini, garantite dallo Stato in tutti i loro diritti fondamentali. Ma il matrimonio no. Mai.
Quello appartiene all’uomo e alla donna. E anche se Antonio dice che la natura ha creato pure i gay, io rispondo che Dio in quanto perfezione assoluta non poteva che creare tutto in perfezione e in armonia. Poi la natura – che è certo “figlia” di Dio come dice Corsello ma che Dio non è – può avere avuto qualche “incidente” di percorso nella sua evoluzione non certo addebitabile al Creatore. D’altronde, per rimanere strettamente in argomento, vorrei chiedere ad Antonio se a suo giudizio Gesù avrebbe ugualmente convertito l’acqua in vino se alle Nozze di Cana i due sposi sarebbero stati due uomini o due donne.
Certamente il Signore non sarebbe neppure entrato in quel posto e neppure Maria glielo avrebbe condotto. Ecco allora espresso il mio pensiero che è e rimarrà sempre coerente e immutabile. E non dico ciò per ostentare quella supponente sicurezza di cui mi accusa Corsello. Non sono detentore di alcuna verità. Difendo solo le mie opinioni, condivisibili o meno, e rispetto quelle degli altri. Semmai, sono io per primo a diffidare dei tanti cristiani che vivono di certezze incrollabili e si sentono già autosantificati, a dispetto degli stessi santi (quelli veri) che a volte furono così fragili e pieni di dubbi. La beata Angela da Foligno, grande mistica francescana, che visse tutta la vita in intima comunione con Cristo, sin sul letto di morte ebbe paure ed incertezze, nonostante fosse già nella misericordia di Dio.
Molti invece, e stavolta parlo dei laici, sono pieni di prosopopea e credono di avere già un posto in Paradiso per il semplice fatto che frequentano chiese e sacrestie. Beh, è di questi che io ho timore, perché la fede e il cammino cristiano sono un travaglio continuo, un percorso sofferto, un mettersi quotidianamente in discussione di fronte ad un mistero che ci sovrasta e che razionalmente a volte viene difficile accettare. Ci risulta incomprensibile. Insomma, il vero credente non può essere un pigro e non potrà mai “rilassarsi”, perché Dio è sempre capace di sorprenderci e di smontare con un soffio le nostre povere ed illusorie certezze, che spesso traggono origine dall’esserci addormentati su una “comoda fede”.
Autore : Gianni Virgadaula
» Altri articoli di Gianni Virgadaula
|
|
|
In Edicola |
|
Cerca |
Cerca le notizie nel nostro archivio. |
|
|
|
|